7 Marzo 2024

Eseguita frode da 18 milioni di euro: 43 indagati a processo

Sono ritenuti coinvolti in un sodalizio criminale dedito alle frodi fiscali e al riciclaggio

Fonte: Sito governativo Guardia di Finanza

diplomi falsi, CAIVANO MAXI SEQUESTRO

FRODE 18 MILIONI – Nell’ambito di attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord e delegata al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, richiesto il rinvio a giudizio di 43 persone coinvolte a vario titolo in un sodalizio criminale dedito alla frode fiscale e al riciclaggio.

Le investigazioni hanno permesso di individuare una complessa rete di società “missing trader”. Questa era interposta in maniera fraudolenta in cessioni tra soggetti comunitari e nazionali consentendo, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture inesistenti, di realizzare una frode fiscale per oltre 18 milioni di euro. Il denaro era poi rinvestito nel circuito finanziario legale.

Frode da 18 milioni di euro: l’operazione

L’operazione è iniziata con il sequestro di 90 tonnellate di olio lubrificante eseguita presso un deposito nel comune di Castel Volturno (CE), riconducibile alla società “missing trader”. Questa era utilizzata per l’acquisto da controparti comunitarie di prodotti petroliferi, in assenza delle previste autorizzazioni. Dopo l’acquisto, il prodotto era destinato al mercato “nero” nazionale.

I successivi approfondimenti hanno consentito di acclarare come i proventi illeciti così ottenuti – pari quasi a 12 milioni di euro – venivano reimpiegati nelle attività imprenditoriali di due società attive nel territorio campano. In questo modo si realizzava un’evasione d’imposta per oltre 2 milioni di euro di accise e 2 milioni e mezzo di IVA.

Il sodalizio criminale, inoltre, era anche dedito alla commercializzazione di autovetture e parti di ricambio di esse. Il commercio avveniva mediante la fraudolenta interposizione di società cartiere, fittiziamente qualificate come esportatori abituali, tra i cedenti comunitari. Le vendite erano effettuate senza IVA, e i reali cessionari nazionali, che acquistavano con IVA a credito a prezzi maggiormente concorrenziali.

L’attività investigativa ha quantificato in oltre 4 milioni l’evasione di IVA generata da tale articolato meccanismo.

Fonte: COMUNICATO STAMPA

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