29 Settembre 2015

Durak di Bykov per la seconda giornata del Napoli Film Festival

Durak di Bykov è candidato al premio Europa/Mediterraneo ed è stato trasmesso ieri pomeriggio presso l’Istituto Francese Grenoble di Via Crispi. Ottimo inizio anche per la seconda giornata del Napoli Film Festival

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Secondo appuntamento pomeridiano all’Istituto Francese Grenoble di Via Crispi per la seconda giornata del Napoli Film Festival. Trasmessa nella sala cinema Durak (Il Pazzo) di Yuri Bykov che parteciperà alla premiazione di Europa/Mediterraneo che si terrà lunedì pomeriggio.

La pellicola ha inizio con un chiaro riferimento alla violenza sulle donne quando una moglie e una figlia vengono picchiate selvaggiamente dal marito/padre ubriaco. Il termine Durak (dal russo è stato tradotto in pazzo) viene spesso ripetuto per tutti i 116′ del film. Sarà, però, la madre del protagonista a chiarire il significato del titolo quando accusa il figlio di essere durak, cioè pazzo (un idiota menzionando Dostoevskij) accomunandolo al padre (ex operaio e oggi malato), nonché persona onesta e non incline a cedere a una vita fatta di corruzione sia attiva che passiva e per questo conduce un’esistenza povera. Emblema è una panchina posta all’esterno della loro abitazione, spesso distrutta da alcuni piccoli vandali, che il padre del protagonista si ritrova (per sua volontà) a riparare.  La madre, invece, è costretta a pulire i locali dove un tempo aveva operato in qualità di medico per integrare una misera pensione. Ci troviamo in una Russia molto vicina all’Italia di oggi. Dima, il figlio, sembra aver ereditato l’integrità morale del padre e per questo lavora come idraulico e continua a studiare per diventare ingegnere edile, un lavoro che difficilmente potrà mai esercitare senza corrompere i burocrati locali. La moglie (che con il piccolo Anton completa l’affollata famiglia) di Dima funge da grillo parlante è gli ricorda di essere un Don Chischotte che lotta contro i mulini a vento. Nelle vesti di idraulico il protagonista viene chiamato una notte a effettuare una verifica urgente in un palazzo-dormitorio della sua città, sostituendo un collega ubriaco da tre giorni, dove vivono in una situazione di degrado circa 860 persone fra delinquenti, donne, uomini, bambini, disabili e anziani.

Giunto sul posto nota quasi subito le condizioni dell’edificio – simbolo dello stato di un intero Paese, con politici e burocrati locali che negli anni si sono divisi il denaro che era destinato alla sua ristrutturazione e alla manutenzione. Il palazzo soffre di un degrado strutturale, peggiorato negli anni dalle perdite dalle tubature, che lo condurrà a un crollo in poche ore.

La madre gli consiglia di chiudere gli occhi sulla faccenda condannando gli inquilini a morte certa ma Dima ha tutta l’intenzione di avvisare gli amministratori della città della tragedia prossima. In questo preciso istante si accentua il Durak del film. Raggiunge la sindaca alla sua festa di compleanno, dove tutti (lei e gli assessori) sono visibilmente ubriachi. Dima non si crea problemi ed espone la situazione, portando alla creazione di una cellula di crisi, dando anche il via a una serie di accuse e controaccuse in un prendere tempo per capire come uscire dalla penosa situazione senza rischiare il carcere. L’esito sarà imprevedibile ma non felice lasciando tutti davvero a bocca aperta.

Durak

Yuri Bikov ha riempito il suo lungometraggio di molte simbologie. Da un lato c’è il ruolo della donna: prima vittima dell’uomo e della sua violenza (prima scena del film), poi quella del leader (la sindaca) e della madre in pena. La crepa che divide in due l’edificio possiede una simbologia fortissima: separazione netta fra l’onestà e la disonestà (Dima e burocrazia). Elemento sempre presente è l’alcool quasi come risposta a ogni problema. Infine durak può essere chiunque tutto dipende dall’interpretazione che si ha intenzione di dare.

Yury Bykov (33 anni, Durak è il suo terzo lungometraggio) ha sfruttato come genere il thriller per raccontare una storia in cui si narra come una città, relativamente giovane, fosse piena di palazzi fatiscenti, simbolo del degrado politico e amministrativo. Sceneggiatura (scritta da lui) perfetta che crea molta suggestione in combinazione con la colonna sonora. Accento anche su due principali colpi di scena che colpiscono come un pugno nello stomaco. Il suo film, però, è da inserire nel cinema politico. Nota di merito per l’attore protagonista Artem Bystrov.

Morale della storia? Yuri Bykov vuole spiegare che se anche il potere è marcio lo sarò, in qualche modo, anche il suo popolo

 

Durak
(titolo internazionale: The Fool. Russia, 2014)
Regia, sceneggiatura, montaggio e musiche: Yury Bykov
Fotografia: Kirill Klepalov
Scenografie: Stanislav Novak
Suono: Arkady Noskov
Produttori: Alexey Uchitel, Kira Saksaganskaya
Produzione: Rock Films, New Projects, con il supporto del Ministero della cultura della Federazione russa.
Interpreti: Artem Bystrov, Nataliya Surkova, Boris Nevzorov, Kirill Polukhin,
Darya Moroz, Yury Tsurilo, Irina Nizina, Alexander Korshunov, Maxim Pinsker,
Sergey Artsibashev, Olga Samoshina, Elena Panova, Ilya Isaev, Dmitry
Kulitchkov, Lubov Rudenko, Gordey Kobzev, Pyotr Barancheev
Durata: 116′

 

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