8 Febbraio 2021

Draghi pensioni Quota 100: cosa cambia col nuovo Premier

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Draghi pensioni quota 100: ecco le manovre del nuovo presidente del consiglio del governo italiano riguardo tali misure

Draghi pensioni quota 100 – Tutti si chiedono quali saranno i cambiamenti per le pensioni e per Quota 100 ora che c’è Mario Draghi come capo del Governo. Come spiegano i colleghi di Today, già oggi potrebbe arrivare la convocazione per le parti sociali.

Landini, leader della Cgil, spiegava che “superare Quota100 senza una riforma complessiva non è accettabile”.

Quota 100 è la misura che consente di anticipare la pensione a 62 anni di età con 38 di contributi fino al 31 dicembre 2021. Dal 1 gennaio poi di ritorna alle regole di prima. Difficilmente Draghi prorogherà Quota 100 ma, come già fatto in passato, si andrà verso un allungamento della vita lavorativa per per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani. Questo spiegava Il sole 24 ore.

Il governo Conte stava valutando quota 102 che garantiva la pensione a 64 anni con 38 anni di contributi ed eventuali penali per l’anticipo andando a prendere quanto si era versato.

Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, spiega così:”La sola proroga di Quota 100 rappresenterebbe un ennesimo intervento spot che non modificherebbe la legge Fornero e non darebbe risposte alle persone che lavorano. Dopo una proroga di uno o due anni ci si ritroverebbe al punto di partenza e comunque nel frattempo per chi non raggiunge i 38 anni di contributi, o i 62 anni di età, non cambierebbe assolutamente nulla. È necessaria quindi una riforma seria e duratura, che consenta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, ed in particolare che affronti il tema di chi fa i lavori manuali o gravosi, riconosca il lavoro di cura e la situazione specifica delle donne e che dia una prospettiva previdenziale ai giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui. In sostanza una riforma che guardi al mondo del lavoro di oggi e a quello futuro e non a quello che è stato. Il fatto che tutte le persone che andranno in pensione da ora in poi avranno prevalentemente un calcolo contributivo, rende queste misure non solo eque socialmente ma anche compatibili finanziariamente. Su questi argomenti il nuovo Governo dovrebbe riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali”.

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