Denise Pipitone: rischio inquinamento delle indagini
Il pm di Marsala che indagano sulla scomparsa di Denise Pipitone lanciano l’allarme: “C’è un altissimo rischio di inquinamento delle indagini”. Bisognerà ripartire da zero?
I pm di Marsala hanno parlato chiaramente: per il caso Denise Pipitone ci sarebbe un altissimo rischio di inquinamento delle indagini a causa delle modalità con le quali le trasmissioni tv trasmettono le notizie riguardo la piccola di Mazara del Vallo scomparsa lo scorso primo settembre 2004.
I pm hanno chiesto l’archiviazione dell’inchiesta con un documento di 52 pagine. Il documento ripercorre le nuove e le vecchie piste e conferma alcuni accertamenti eseguiti, ma sottolinea anche le false testimonianze di Antonella Allegrini e il marito Paolo Erba. I due avevano raccontato al legale di Piera Maggio, la madre di Denise, che il giorno della scomparsa avrebbero avvistato la piccola Pipitone nell’hotel in cui lavorava Corona, ma le indagini hanno smascherato la falsità e i due hanno confessato.
Un caso in cui tutti sono testimoni
Secondo i magistrati: “La vicenda è descritta così in dettaglio che chiunque potrebbe avere il ruolo di testimone. Navigatore del web o spettatore di talk show sarebbe in grado di raccontare tutti i dettagli. Mitomani di ogni sorta e personaggi in cerca d’autore purtroppo si inseriscono indebitamente in questa vicenda ed è forte il rischio che persone innocenti vengano consegnate all’opinione pubblica come mostri da sbattere in galera”.
Il punto focale per i pm è che il caso di Denise Pipitone è ormai così radicato nei social e Internet, tanto da suggestionare chiunque. I media diventano delle casse di risonanza e ciò aggrava ulteriormente le indagini.
Fonte: Blog Sicilia.
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