Denise Pipitone: l’ex pm Angioni ritratta
Denise Pipitone: ex pm di origine sarda, è accusata di aver mentito in più circostanze ai colleghi di Marsala
DENISE PIPITONE- Colpo di scena al processo all’ex pm Maria Angioni, imputata di false informazioni a pubblico ministero. L’ex magistrata, originaria di Sassari, che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, è accusata di aver mentito in più circostanze ai colleghi di Marsala
Tra le contestazioni fatte ad Angioni quella di aver detto il falso a proposito dell’esistenza di una telecamera di sorveglianza. Questa a suo dire, avrebbe potuto intercettare le conversazioni di Jessica Pulizzi, sorellastra della bambina all’epoca indagata. la polizia l’avrebbe disattivata dolosamente.
Denise Pipitone: la deposizione al processo
Al processo, come teste della difesa, ha deposto l’ex maresciallo dei carabinieri Francesco Lombardo, all’epoca della scomparsa di Denise a capo della polizia giudiziaria. Lombardo l’anno scorso lavorava come consulente allo studio dell’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, madre della bambina.
L’ex maresciallo ad aprile mandò un messaggio alla Angioni rivelandole l’esistenza di una seconda telecamera posizionata in via Pirandello. Il funzionamento di quest’ultima non sarebbe stato prorogato. Una mancanza che, a dire della difesa della Maggio e della stessa Angioni, avrebbe pregiudicato le indagini. Prodotto il messaggio agli atti del processo.
Durante il controesame, su domanda del pm Roberto Piscitello, il teste ha ammesso di non sapere nulla della seconda telecamera e che le informazioni riferite erroneamente alla Angioni derivavano solo da quanto letto in alcune carte dello studio Frazzitta che però non è riuscito a indicare. Al termine di un lungo processo, i giudici assolsero Jessica dall’accusa di sequestro di persona.
Un anno fa l’indagine sulla scomparsa di Denise è stata riaperta, anche sulla base della segnalazione della Angioni. Iscritta nel registro degli indagati questa volta la madre di Jessica, Anna Corona. La Procura mesi fa ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per mancanza di elementi sufficienti a chiedere il processo per la donna.
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