De Magistris: il patto di sangue per farlo saltare
Da un audio diffuso venerdì emerge la volontà di alcuni consiglieri di maggioranza di ricattare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. “Gli assessori li decidiamo noi, altrimenti arrivederci e grazie”
Nulla di nuovo sul fronte occidentale. E no, non si tratta del romanzo storico di Remarque, ma della presa di coscienza della resistenza di dinamiche di gestione del potere trite e ritrite di cui tutta la storia italiana è piena. Dinamiche che sono evidenti nelle realtà locali, ma che a quanto pare rimangono d’attualità anche nei grandi centri. Luogo: Napoli. Teatro: Palazzo San Giacomo. Attori: alcuni consiglieri di maggioranza che reclamano poltrone. Bersaglio: il sindaco Luigi De Magistris.
Il fatto
Venerdì spunta un audio diffuso da Repubblica che trasmette la voce di alcuni consiglieri di maggioranza del Comune di Napoli intenti a tramare un ricatto nei confronti del sindaco. Si tratta di Stefano Buono e Marco Gaudini dei Verdi, Ciro Langella e Carmine Sgambati di Agorà, Gabriele Mundo dei Riformisti Democratici. Lo scopo sarebbe quello di ottenere la nomina di assessori di riferimento in seguito all’imminente rimpasto di giunta. L’incontro sarebbe avvenuto nelle stanze del Consiglio comunale.
“Gli assessori li decidiamo noi, altrimenti arrivederci e grazie” si sente dalla voce di Sgambati. Mentre Mundo fa capire di non accontentarsi di una poltrona in Asia, la partecipata che si occupa di igiene ambientale: “Se proprio mi vuoi dare Asia, mi devi dare tutti e tre i ruoli. Devo mettere presidente e due consiglieri“. “Votiamo a maggio insieme alle regionali – aggiunge Buono – lo logoriamo giorno per giorno, dopo una settimana si arrende“. Poi una voce sullo sfondo: “Questo è un patto di sangue“.
La risposta di De Magistris
In queste ore, il sindaco Luigi De Magistris ha commentato così il contenuto dell’audio: “La mia storia personale di uomo delle istituzioni e la storia di questa bellissima e difficile esperienza amministrativa, che fa di Napoli l’unico laboratorio autonomo civico del Paese, sono totalmente estranee al metodo, al contenuto e alle modalità con cui si sono espresse alcune delle persone presenti a quell’incontro“. Ha poi aggiunto di non essere preoccupato per la tenuta della maggioranza: “Andremo avanti determinati come sempre. Non vedo chi possa sostenere quelle istanze che non sono collettive e che si configurano come meschinità umane e politiche“.
Il retroscena: l’ombra delle vecchie spartizioni
Oltre a mere ambizioni di potere, ad aver affilato i coltelli della congiura sembra essere stato il licenziamento di alcuni membri dello staff del sindaco. De Magistris, infatti, ha interrotto la collaborazione con 4 staffisti, di cui due, però, sembrano essere andati via spontaneamente. Gli altri due, tali Giuseppe Sbrescia e Sergio Barca, sono considerati molto vicini ad Alessandro Nardi, il responsabile della Mostra d’Oltremare. Nardi, a sua volta, sembra avere forti legami con Buono e Sgambati. Da qui sarebbe partita la rabbia nei confronti del Sindaco.
Il dietrofront
In queste ore, i protagonisti dell’audio si sono scusati con De Magistris e con la cittadinanza. “Chiedo scusa alla città e al sindaco perché ci sono ben altri problemi da affrontare. I riformisti continueranno a sostenere De Magistris a prescindere dal rimpasto“, dichiara Gabriele Mundo. Segue Ciro Langella: “Prendo nettamente le distanze dalle parole di alcuni consiglieri comunali. Continuerò lealmente a sostenere l’operato del sindaco“. Anche Gaudini si scusa con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook.
Dalla vicenda prende le distanze anche il partito dei Verdi da cui Buono e Gaudini rischiano di essere espulsi.
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