De Luca, decisione della Corte Costituzionale sulla Legge Severino
Con la pronuncia della “Consulta” sul caso del Sindaco de Magistris, si riapre il caso in sospeso del Presidente della Regione Vincenzo De Luca, per cui la Corte si dovrà pronunciare
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Il tutto ha inizio con gli allarmanti studi compiuti dall’UE e dall’OCSE in materia di corruzione che stimavano un costo per lo Stato di 60 miliardi l’anno, pari al 3,8% del PIL, e il rapporto, del 2011, che poneva l’Italia come il terzo paese OCSE più corrotto.
In Italia si decide d’intervenire contro i reati della pubblica amministrazione con la norma – L. 190/2012 – più nota come “legge Severino” dal nome del Ministro della Giustizia del Governo Monti, Paola Severino, che ne ha redatto i decreti attuativi.
La legge apportò diverse modifiche al codice penale per quanto riguarda il peculato, la concussione e la corruzione. Alla legge seguirono quattro decreti attuativi.
Tra questi si inserisce la questione dichiarata «non fondata» che riguarda l’articolo 11 del d.lgs. 235/12 con cui si prevedeva «l’applicabilità retroattiva» della norma che stabilisce la sospensione, per 18 mesi, di sindaci, assessori, presidenti o consiglieri provinciali, condannati con sentenza non definitiva.
Il Presidente De Luca è protagonista di un caso analogo a quello del Sindaco de Magistris, infatti lo scorso gennaio De Luca, all’epoca sindaco di Salerno, fu condannato in primo grado a un anno per abuso d’ufficio per la realizzazione di un termovalorizzatore. Decaduto per alcuni giorni dall’incarico di sindaco in base alla Severino, presentò ricorso al TAR contro la sospensione e i giudici amministrativi gli diedero ragione, reintegrandolo, in attesa di una pronuncia definitiva della Corte Costituzionale.
In primavera lo stesso De Luca venne poi eletto alla presidenza della Regione che, dopo aver avuto la sospensiva del Tribunale ordinario di Napoli, che accolse il ricorso contro la sospensione dalla carica prevista dalla legge Severino continua nella sua funzione in attesa della pronuncia della “Consulta” (allo stato si attende la fissazione dell’udienza).
Il Presidente De Luca punta su due argomenti non sufficientemente sottolineati dal sindaco: quello della disparità di trattamento tra i sindaci e i governatori, da un lato, e i parlamentari, dall’altro, visto che per questi ultimi non scatta alcuna sospensione in virtù di una condanna non definitiva; e quello dell’eccesso di delega, nel senso che nella Severino è stato inserito anche l’abuso d’ufficio, in origine non previsto. Affida a un comunicato stampa le sue opinioni, bollando come “Penoso e propagandistico il tentativo di fare confusione fra le due distinte vicende”.
Di parere opposto è invece l’ex Governatore Caldoro: «De Luca ha poco in cui sperare – dice – Il dato politico – aggiunge – è che la Campania è stata precipitata nel caos a danno dei cittadini per responsabilità della cattiva politica».
Aggiungendo, tra l’altro, che trascorrerà del tempo prima che la Corte si pronunci e che probabilmente si avranno 18 mesi di sospensione che vedranno la Regione governata dal Vice, definendo la situazione nel caos.
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