30 Giugno 2021

De Laurentiis in conferenza stampa: SEGUI LA LIVE

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Il patron azzurro, Aurelio De Laurentiis, in conferenza stampa da Roma: segui con noi la diretta testuale aggiornata in tempo reale…

Come già annunciato la scorsa settimana, questo pomeriggio Aurelio De Laurentiis si appresta ad incontrare la stampa nazionale ed internazionale, in numero assai ridotto e rigorosamente su invito, per discutere di diverse tematiche.

Tanti i temi da sviscerare: a partire da quel Napoli-Verona che i tifosi faticano a digerire, passando per il rinnovo di Lorenzo Insigne, fino ad arrivare al merchandising e alla produzione della nuove maglie per la stagione sportiva 2021 2022.

ORE 16.00 – AURELIO DE LAURENTIIS ROMPE IL SILENZIO STAMPA DOPO 5 MESI: Il patron azzurro, con qualche minuto di ritardo, dà inizio alla conferenza stampa di questo pomeriggio.

Vi ringrazio di esser venuti. E’ chiaro che sono stati momenti difficili questi del Covid, che non ci aspettavamo, quindi ci ha colti impreparati. Questo problema, già nello scorso campionato, con il dover ritardare la fine del campionato, non aver tempo e spazio per programmare l’annualità dove ognuno pensa ai propri egoismi, che senso ha costringerci dopo aver avuto non il riposo dovuto, non la possibilità di un ritiro vero, a fare la corsa per creare assist agli istituzionalisti?

Vorrei chiedere a Draghi: perché ti disinteressi allo sport nazionale numero 1? Non hai considerato che qui in Italia il calcio ha una valenza economica molto importante: guarda caso, però, causa covid è sotto di un miliardo e mezzo che pesa. Siamo tutti in rosso grazie al covid, bisogna trovare una soluzione. Non può pensarci la LEGA o la Federazione, ma il governo.

DI SEGUITO LE DOMANDE DELLA STAMPA AL PRESIDENTE AURELIO DE LAURENTIIS

Pino Taormina del Mattino: cosa è accaduto la sera di Napoli Verona? Ha qualcosa da rimproverare o rimproverarsi?

Ma vedi, rimproverare a qualcuno è sempre la strada più corta e la meno efficace., perché se si rompe qualcosa e lo riaggiusti, i cocci si vedono sempre. Col covid e senza la presenza sugli spati del dodicesimo uomo in campo le partite sembrano giocate in un acquario: questa presenza fonica delle voci degli allenatori sembrano quasi stordenti e inimicarsi quella che è la logica di una squadra che trova da sola la sua migliore rappresentatività e rappresentazione del gioco. Se ben vi ricordate tutte le partite, come in un acquario c’era quasi una situazione irreale, dove le voci degli allenatori impetuosamente diventavano protagoniste. Rimproverarmi qualcosa? NO. E’ stato un campionato falsato, così come lo è stato per tutti. La dietrologia ti può portare ad avere cattivi pensieri, ma io non ne faccio, non è mia abitudine. La delusione dell’ultima partita: sono andato negli spogliatoi durante l’intervallo e mi ha fatto molto piacere il gol segnato che mi ha quasi rilassato. Non mi ha fatto altrettanto piacere vedere il pareggio nei successivi minuti, quindi sai tu arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa perché giochi sul filo di lana la possibilità di un secondo, terzo o quarto posto. 

Iacobelli, Tuttosport: Cosa pensa della Superlega? L’hanno contattata per entrare nella Superlega?

Con Florentino Perez ci conosciamo perfettamente e non mi ha mai contattato. Io non sono mai stato a favore della Superlega perché ne faccio una questione economica, come loro, ma non è che tu facendo un super torneo a 12 dove inviti tu gli altri hai risolto i problemi della economia del calcio.

Come va a finire allora la Superlega?

Dovrebbe prevalere il buon senso, in quel caso la cosa più auspicabile è che tutti gli attori si possano sedere intorno ad un tavolo, ma se io faccio giocare la Juventus col Crotone, che nessuno si offenda, è difficile che possa batterlo, però lei mi dirà c’è una democraticità che va rispettata, lo sport è questo, però io le rispondo che Veltroni nel ’96 ha sancito che le società non sono dei club ma delle società per azioni, delle spa con bilanci e finalità lucrative. Se lei mi crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, lei non sta rispettando il concetto veltroniano”. 

 Cosa pensa del mondiale 2022 in pieno inverno?

L’ho già detto che è un’altra super-cazzata del secolo, parliamo della Fifa, un’altra istituzione, poi Infantino è molto preparato ed una brava persona, ma sono interessi nati ad opera del Qatar e quello che era valido pre-Covid, ora non è più valido. L’impresa privata sa dimensionare gli investimenti ed il mercato, l’impresa pubblica si basa solo su rapporti e strette di mano, non immaginando i danni a cascata per gli altri. Io ho sempre detto ai miei colleghi perché dobbiamo dargli i giocatori? Ce li pagano quanto noi dovremmo avere? No,e se qualcuno si fa male mi ridanno gli 80mln che valeva e che forse non valgono più? Ma di questo non parla nessuno. Io faccio un mercato, addirittura quest’anno li volevano per le olimpiadi, io gli ho detto ora ci guardiamo tutto in tv e manco giochiamo la Serie A e poi dicono che io ho negato Fabian alle olimpiadi con la Spagna, ma stiamo scherzando? Le istituzioni potevano rinviare tutto a dicembre se ci sono tutte queste competizioni, non è un problema nostro. Poi però vogliono le 20 squadre perché devono votare, quello non puoi farlo però devi giocare sempre”. 

Che futuro immagina con Spalletti? Il futuro è legato anche a Insigne? 

“Spalletti ha sempre avuto la mia stima, prima che allenasse la Roma, era ancora in Russia, mi venne a trovare e mi disse che non poteva muoversi ancora e virammo non mi ricordo su Benitez o su Sarri. Ho sempre avuto grande considerazione, lo trovo giusto per il Napoli, sa allenare molto bene, contro di lui non è mai stato semplice. Ha saputo gestire anche situazioni difficili, pure alla Roma, in tempi dove la mancanza della proprietà non chiariva le cose nello spogliatoio e lui si è comportato molto bene. Insigne? Non ci siamo proprio visti, la necessità di finire il campionato, il ritiro con la nazionale, non voler ad un certo punto diciamo scasinare la situazione e abbiamo detto finito l’Europeo ci incontreremo, parleremo e sarà quello che sarà”.

Sulla parabola discendente delle ultime 2 stagioni: 

“Non è un problema di non essere andato in Champions, il problema è che siamo passati da 30mln di stipendi a 50, a 75, a 120 ed oggi a 156mln. E’ ovvio che bisogna innanzitutto sanare questo problema, il Napoli spende cifre che non fattura e deve rivedere gli stipendi in base a ciò che guadagna. Numero 2: il Napoli deve in un mercato in cui sono tutti afflitti per le perdite, ad esempio c’è chi fattura più di noi, molto più di me, che da 2 anni non mi paga o mi sta pagando solo questa settimana. Bisogna differenziare il lato economico e finanziario, io non ho mai bussato alla porta, anzi ero considerato una perla perché i miei pagamenti avvenivano un giorno prima e non uno dopo. Non c’è un ridimensionamento, ma c’è una presa di coscienza che da un punto di vista del bilancio rivede il budget, altrimenti devi fallire, Se tu il Napoli lo vuoi riportare sul binario giusto, devi tagliare le spese eccessive, non c’è niente da fare. Come se facessi un film in Italia, dove non incassi più di tanti, con un budget americano, non avrebbe senso. Come mai tutti i miei colleghi hanno debiti? Poche aziende nel calcio sono sane”.

30 giugno spartiacque, si chiude la vecchia stagione e parte la vecchia. C’è qualcosa che non rifaresti nell’ultimo anno? O uno che faresti? Per rimettere a posto l’aspetto economico, basta vendere un giocatore? 

“Forse non basterà, ma bisognerà vendere quei giocatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale quello che Napoli non può pagare. Due acquisti non avrei dovuti farli, o alcuni spostamenti, dicendo a me stesso ‘calma, c’è il Covid, il campionato è falsato come ho detto, congeliamo tutto e sopravviviamo’ ed invece da ottimista, ultra-ottimista ho investito troppi soldi e dall’altra parte (gli sponsor ecc, ndr) “mi dicevano ho 5 anni di contratto ma non possiamo rispettarlo, ho altri 2 anni…” e lì respiri, non ti incazzi, soffri, e vai avanti, però commettendo l’errore di valutazione che spesso faccio, ovvero che pensino come me, ed è un grande errore”.

Verona-Napoli, quella sera c’è qualcosa che cambieresti? 

“Ad un certo punto, visto che il mister non si sentiva nella forma perfetta, e tutti gli interlocutori televisivi erano persone che lui conosceva, ho evitato che si potesse speculare, ho pensato che fosse meglio il silenzio stampa perché avevo intenzione di andare avanti fino alla fine. Convocai una riunione al Britannique, c’era anche Lombardo, il medico, l’amministratore delegato, tutta la squadra. Prima c’era l’intenzione di esonerare Gattuso? Un paio di volte non era presente nella panchina effettiva, ad un certo punto mi sono dovuto preoccupare, ho dovuto dire cosa accade se la situazione dovesse precipitare? Chiamai Spalletti per chiedergli la sua disponibilità, ed arrivò qualora fosse stato necessario ma non lo è stato. Raccontavo di quella sera al Britannique perché dissi potrei pagarvi in ritardo, ma ve lo sto pagando in anticipo lo stipendio di gennaio, però sappiate che il tecnico rimane, va rispettato, seguito, e non sento storie. A Rino chiesi di restare e dissi altre cose, così andò. Con Benitez tu dicevi, ma con lui mi sento spesso, è rimasta una sintonia”. 

Prima di Napoli-Verona, ha tentennato per confermare Gattuso? 

“No, prima della partita con Nicola Lombardo, dando per scontata la Champions, avevo preparato un saluto a Gattuso col club in cui doveva andare. Barone della Fiorentina mi chiese di scrivergli due righe, poi al pareggio ci siamo guardati e non abbiamo potuto mandare il saluto, rendendolo più snello. Sentivo poi dei giornalisti dire non si fa, ma che si fa un tweet? Ma scusate, io potevo essere molto arrabbiato, inquieto, ma il fatto di smettere con Gattuso risaliva alla scorsa estate, non c’era tempo, l’avevo preso per tamponare l’uscita di Ancelotti. Anche se lui avesse vinto il campionato, la sua mission si sarebbe conclusa. Mendes è un amico, ceniamo insieme, abbiamo parlato anche del rinnovo ma non ci siamo trovati in linea, ci siamo firmati due righe, poi quando finiscono ai legali diventano 27 righe di troppo e allora dissi soprassediamo e vediamo. Purtroppo abbiamo perso partite che non avremmo dovuto perdere, altre le abbiamo vinte quando potevamo avere problemi, questo disequilibrio, senza avere continuità, è stata una riconferma che dovevo ad un certo punto interrompere quella collaborazione anche se fossimo arrivati in Champions”. 

Domanda da un giornalista francese: per chi tiferà tra Insigne e Mertens? “Che domande, per Insigne, da italiano”. 

Quanti giocatori verranno sacrificati per contenere le spese?

Stabiliremo con l’allenatore cosa sostituire e cosa non sostituire, solo dopo aver capito come operare, vedremo il mercato se permetterà di operare in uscita per poi in relazione alle uscite opereremo in entrata. Non sono io l’allenatore per dire chi va a casa e chi prendere, io vedrò Spalletti venerdì, ci siamo dati appuntamento alle 12.30 a Castel Volturno, dal 1 luglio è con noi, domani è 1 luglio, il mercato inizia domani effettivamente”. 

Su Napoli-Verona vorrà un giorno una spiegazione dalla squadra?

“Non voglio fare dietrologia, è chiaro che sono tutti ragazzi giovani, dei nipoti più che dei figli. In una cena a Dimaro o Castel di Sangro è una conversazione che vorrò avere, con delle risposte che non arriveranno nel senso in cui volete voi”.

Ha rinunciato spesso a proposte indecenti, quest’anno non accadrà?

Forse non arriveranno proposte indecenti, magari ci fossero. La risposta vera: nessuno è incedibile per proposte appropriate”. 

C’è secondo te in questo calcio così problematico possa infiltrarsi la criminalità come è stato paventato dal libro del procuratore Cantone? 

“Non è di Cantone, ma del 2007, volevo prendere i diritti per una serie tv, Cantone ne fece un’altra, viene fuori che il calcio è tutto corrotto, siamo abituati a Calciopoli ma calciopoli fa ridere in confronto a questi testi dove si parla con un nomignolo di operatività da Singapore, insieme alla ndrangheta, con i messicani, passando per la Russia per gestire il calcioscommesse, girando fino a fermarsi a Napoli, girano 500mld in nero all’anno e con questi soldi si possono persino far eleggere presidenti di stati importanti, figuriamoci nel calcio mondiale. E’ scritto lì, ci sono partite ed arbitri citati, allora io vi dico voi ricordate i risultati, le espulsioni, siete indottrinati, possibile non abbiate letto questi saggi e documenti? Una cosa che mi ha fatto molto incazzare sono i cambi. Otteniamo i 5 cambi, è possibile farli solo gli ultimi 10 perché non so come amministrarli? Ma stiamo scherzando? Me li fai giocare 5 minuti quando mi hai fatto investire perché ci credevi da morire e si annullano come valore e crescita? Non è cambiato nulla con i 5 cambi? Poi dicono io devo andare d’accordo con lo spogliatoio, ma mica chi non gioca dall’inizio è un cretino? Poi giochiamo a luglio, nel caldo, interruzioni come nel basket, tutti intorno all’allenatore, e perché non si è continuato? Non è spettacolo anche quello. Il calcio è governato da anziani, i neuroni sono concepiti per conservare e non per innovare, temono di perdere la loro posizione dominante ed è grave. I giovani preferiscono le piattaforme virtuali, Fifa o sparatutto, si annoiano con le partite, qualcuno ha mai detto all’arbitro di non interrompere ogni 3 secondi per affermare il loro protagonismo? In Inghilterra il gioco è velocissimo, noi ci facciamo due palle così” 

Qual è l’obiettivo per la prossima stagione? “Io devo far quadrare i conti e tornare in Champions”. 

E’ stato un errore prolungare il silenzio stampa? Lei cerca un chiarimento su Napoli-Verona, non sarebbe stato opportuno mandare qualcuno a scuarsi? 

“Con i tifosi mi posso scusare io, ma qualsiasi scusa dei giocatori o di capitano può sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i tifosi, ci sono quelli che mi amano, altri che mi odiano, il tifoso ha sempre ragione, non ha interesse alla salvaguardia dei conti economici, vuole vincere e basta e non gli interessa niente, non c’è una logica societaria. C’è anche chi a freddo poi ragiona. Il silenzio stampa è stata una panacea: i signori dei media, e noi siamo fino all’1 alla tv per evitare fregnacce, dove al di là del tavolo c’è un ex giocatore ed allenatore e nei confronti di un allenatore che è stato calciatore da poco (Gattuso con molti suoi ex compagni a Sky, ndr) c’è un ping pong che può far cadere nei trappoloni anche l’allenatore. L’ex calciatore intervistatore vuole lo scoop e per evitare di rovinare un rapporto tra società ed allenatore si è messo il silenzio stampa. Ma io l’ho messo dopo aver sentito cose inappropriate, allora meglio mettere uno stop. Poi l’ultima partita che c’entra, siamo in silenzio stampa da 3 mesi e togli il tappo all’ultimo, io difendevo l’allenatore e voi l’avreste massacrato. Come mai erano spompati? Come mai ecc, invece si è provato ad essere coerenti, il tecnico ha fatto quello che poteva, negli allenamenti era altamente concentrato e dedicato. 

Sul caso Salernitana:
“Guardi è diffcile dare un giudizio, schierandosi da una parte o dall’altra. Certo è che se in società non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando per la Serie A, devo avere già le carte in ordine per una cessione. La stessa cosa forse per il Bari di mio figlio, io mi sono tirato fuori, ma se va in A c’è la diatriba sul grado di parentela. Che tu possa però mantenere un 10-20% di quote è tutto da vedere se è possibile o meno. Di ricorsi al tar o in Europa non ce ne sono stati, non c’è una giurisprudenza consolidata”. 
Ritornare in Champions e far quadrare i conti, è un ossimoro? Qual è la strategia?
E’ molto semplice, se non avessimo fatto giocare solo 5 minuti quei giocatori ora avremmo modo di fare certe valutazioni e sostituire magari alcuni più affermati, alleggerendo perdite e costi salariali. Oggi come oggi servono grossi ragionamenti con l’allenatore, poi l’impossibile si fa con il piede in due scarpe, dovrei prima vendere per poi comprare, oppure comprare senza aver comprato, il giocoliere finanziario, qualcosa che i ds difficilmente fanno perché abbiamo sempre avuto capacità economiche in tempi diversi”. 

Lei fra 5 anni dove vede il suo Napoli? 

Potrei vedere il calcio altrove, quindi anche il Napoli”. 

La svolta riguarda anche il settore giovanile? Il centro sportivo? Cambierà anche nome per la sponsorizzazione.

Assoutamente sì, ma nella vita post-Covid le priorietà sono altre, non possiamo distrarre denaro. Consideri le infiltrazioni sul territorio campano non lasciano grande serenità ai genitori, i quali alle sirene del nord, pure da Empoli del mio amico Corsi che ha un vivaio niente male, gioca molto su quello, certe squadre tirano fuori la compensazione mancante di fatturato. Non è un problema di strutture, avevamo il vivaio a Castel Volturno, ma decidemmo che non era bello ai 14-15-16enni far vedere quelli con la Ferrari, spostiamoci da un’altra parte e trovammo un posto niente male con palestra, piscina che poi è andato fallito. Cercai di prenderlo dal Comune, non hanno avuto questa intenzione e mi sono spostati al Kennedy, ho provato a comprarlo, ma ho capito che non tutto era ok e ho detto aspettiamo, ci sono altre priorità. Quando comprai per 34mln il Napoli, non c’erano calciatori, uffici, centro, nulla, Marino comprò le maglie dal tabaccaio ed a Paestum in un albergo organizzamo il primo ritiro e giocammo una gara, io non sapevo cosa rispondere, per me era arabo, non sapevo cosa rispondere, non sapevo nulla, partimmo da zero. Il primo anno di A giocammo l’intertoto, abbiamo sempre fatto una salita, tutto questo salire forse vi ha illuso che avessimo il fiato per fare anche il vivaio e quant’altro. Il vivaio, mi creda, non tutti i genitori immaginano la permanenza in campania se vi offrono il Lazio o altro”. 

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