28 Febbraio 2020

Dama Nera di Ischia, dal giallo irrisolto alla leggenda

Foto da giornale dell'epoca

Dama nera

Il cadavere di una donna vestita di nero viene ritrovato su una spiaggia di Ischia: ecco come nasce la leggenda della Dama Nera

È la notte del primo ottobre del 1953. Sulla spiaggia di Fundera a Ischia viene rinvenuto il cadavere di una donna vestita di nero. Con sé non ha niente che possa identificarla; nessuno denuncia la sua scomparsa nei giorni successivi. Il caso sarà destinato a restare un mistero, così come l’identità della donna. Passerà alla storia come la Dama Nera.

Dal giallo irrisolto alla leggenda il passo è breve. Pare, infatti, alle prime luci dell’alba una donna dallo sguardo triste e l’aspetto regale, interamente vestita di nero, passeggerebbe sulla riva della spiaggia di Fundera per poi sparire poco dopo.

La storia della Dama Nera

Negli anni ’50, il ritrovamento del cadavere sulla spiaggia ischitana diede vita ad un vero e proprio “caso” giornalistico. La stampa dell’epoca, in mancanza di prove concrete, cercò di ricostruire l’identità della donna che, nel frattempo, era già diventata la Dama Nera.

Le prime ricostruzioni furono fatte da La Stampa. Nell’articolo datato 27 ottobre del 1953 si racconta di una donna sbarcata a Casamicciola su un vaporetto. Lungo il tragitto la donna si sarebbe intrattenuta con una signora e due giovani.

Dalla testimonianza raccolta, pare che avesse raccontato di vivere a Bolzano, ma di avere origini inglesi. Con i due giovani, una volta sbarcata, andò a visitare il Castello Aragonese, per poi intrattenersi da sola a un bar.

Il barista ha, poi, raccontato che la Dama in Nero avrebbe chiesto di un uomo con baffi e vestito grigio, con cui avrebbe avuto appuntamento alle 22.00.

Intorno alle 21.00, la donna avrebbe, quindi, raggiunto in carrozzella Lacco Ameno. Cruciale è qui la testimonianza del vetturino. Egli notò, infatti, che la Dama aveva con sé una borsa e una piccola valigia, mai più ritrovate.

A Lacco Ameno diversi passanti raccontarono di averla notata: sottolinearono una certa impazienza.

Quello che che accadde dopo è avvolto nel mistero. Alle 22.00 il corpo della donna fu ritrovato senza vita da due ischitane.

Il 15 ottobre del 1953 Cronache di Napoli ipotizza l’omicidio. Il cadavere presenterebbe delle abrasioni sui gomiti, dovuti a un probabile trascinamento sulla sabbia. Nell’articolo si parla anche di un colpo al basso ventre. Sarebbe stato questo che avrebbe portato la donna alla morte per emorragia interna. Il giornalista tenta anche, invano, di identificare, in una certa Jole Mari, la dama. Jole Mari era viva e vegeta nella sua abitazione a Roma.

Fu ipotizzato, quindi, il suicidio. La Stampa del 28 ottobre di quell’anno riporta, infatti, la notizia dell’assunzione di 38 pillole di sonnifero Lepetit rilevata dall’autopsia assieme al ritrovamento di acqua nei polmoni.

Una volta cadute le ipotesi di omicidio, il caso venne archiviato. La donna venne seppellita a Lacco Ameno. Sulla sua lapide solo una D e una N puntate.

Il mistero della Dama in Nero

Nonostante il caso sia stato archiviato ormai da molti anni, le numerose incongruenze delle indagini lo rendono tuttora un mistero irrisolto.

Al cadavere della donna non furono mai prese le impronte digitali: nel momento iniziale non se ne vide la necessità, successivamente fu impossibile dato il livello di putrefazione.

Borsa e valigia non furono mai ritrovate. E con loro nemmeno la collanina d’oro che più testimoni le videro al collo. La spiaggia non fu affatto perlustrata.

Dell’uomo con baffi e vestito grigio con cui la donna si sarebbe dovuta incontrare, non si seppe più nulla.

Nessuno denunciò la scomparsa di una donna in quei giorni e nei giorni a seguire.

La Dama Nera arrivò e lasciò l’isola senza lasciare segno, così come pare faccia il suo fantasma aggirandosi sulla spiaggia di Fundera. Senza lasciare orme sulla sabbia.

 

 

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