25 Marzo 2016

Cruijff e il Napoli, sfide indimenticabili!

Il 24 marzo del 2016 ci ha lasciato Johan Cruijff, giocatore ed allenatore olandese che ha cambiato totalmente l’idea del calcio. Il destino del “Profeta del gol” si incrociò più volte con la squadra del Napoli. Riviviamo insieme quelle partite d’altri tempi, agli albori del calcio totale

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STORIA DI UNA LEGGENDA Johan Cruijff, conosciuto anche come il “Pelè bianco”, per via del simpatico soprannome che gli affidò Gianni Brera, non era solo un calciatore, era un artista del pallone, un anarchico, un profeta del gol. Johan fece innamorare di se tanti tifosi di tutto il mondo già agli esordi, quando giocava nel suo Ajax. Cruijff ha contribuito alla nascita del calcio totale, quel calcio dove i terzini sono ali, gli attaccanti rientrano e magari marcano pure il play-maker avversario, un movimento armonico e melodioso, sinfonico e struggente, dove tutti facevano tutto ma dove emergeva Lui, l’uomo delle “finte”, a dirigere questa orchestra perfetta vi era il maestro Rinus Michels. 

Cruyff cresce a pane e pallone,  dopo l’esperienza all’Ajax  si trasferisce in Spagna per andare a giocare nel Barcellona. Successivamente il fascino monetario degli U.S.A lo portò a giocare nel nuovo continente con i L.A. Aztecs prima e i Washington Diplomats poi (nel mezzo  una breve parentesi nel Levante in Spagna).  ll ritorno in Olanda avvenne in due fasi: la prima nella sua tanto amata Amsterdam, nell’Ajax e poi nella squadra nemica, il Feyenoord. Nella sua lunga carriera Cruijff ha vinto tre palloni d’oro e ben 22 trofei di cui 3 coppe dei campioni, 9 scudetti olandesi e uno spagnolo, oltre ad essere stato considerato nel 1984  calciatore olandese dell’anno.
LE SFIDE CON NAPOLI – Cruijff ha affrontato due volte il Napoli nella sua carriera di calciatore, prima con l’Ajax in Coppa delle Fiere ( poi Coppa U.E.F.A. ) e poi con il Barcellona in amichevole al San Paolo prima del trasferimento in America ai Los Angeles Aztecs.  Nella Coppa delle Fiere del 1969-70 il Napoli sconfisse prima i francesi del Metz, poi lo Stoccarda e nel terzo turno affrontò  l’Ajax. Il 10 dicembre si disputò il match , che vide trionfare gli azzurri per 1-0 con gol di  Pierpaolo Manservisi, ma Johan non giocò quella partita, a sostituirlo fu Krol. Il match di ritorno si disputò il 7 gennaio dopo due settimane di ritardo per via della neve. Il clima era tutto a favore degli olandesi, abituati a temperature basse e neve cadente.

In campo questa volta c’ è anche Lui, con la maglia numero 9 e non la 14,  il Genio. Con lui Krol, Suurbier, Hulshoff, Muhren, Keizer e Swaart, insomma l’ossatura della futura nazionale olandese. Sì, il Napoli quella sera giocò contro l’Olanda. I partenopei riuscirono ad andare ai supplementari perchè subirono la rete di Swaart nel primo tempo e tennero  botta per il resto della partita rintuzzando le folate avversarie e rispondendo con accenni di contropiede. Nell’extra time entrò dalla panchina una riserva, uno che giocava poco, un certo Suurendonk e in 6 minuti, dal 109′ al 115′ fece tre gol, Napoli eliminato. Una curiosità: tutti gli azzurri, come si può vedere dalle foto e dalle immagini di Youtube, scesero in campo con la calzamaglia, una cosa mai più successa nella storia del Napoli che di trasferte in terre fredde ne ha fatte diverse. Gli uomini che sfiorarono l’impresa furono gli spaesati Zoff, Nardin, Pogliana, Vianello ( 46′ Improta ), Panzanato, Monticolo, Bosdaves (46′ Canzi), Juliano, Manservisi, Bianchi, Barison. Il vecchio calcio alla “italiana” di Chiappella contro il calcio “moderno” degli olandesi erano troppo differenti  tanto che Ottavio Bianchi, non abituato a quei ritmi, dovette fermare anche per i capelli un mingherlino ma scatenato e sgusciante Cruijff che mise il suo sigillo sulla partita servendo la palla del 2 a 0 che il buon Suurendonk piazzò all’incrocio dei pali di Zoff. Quella squadra, dall’anno successivo, vinse per tre anni consecutivi la Coppa dei Campioni. Era nata una squadra mito, il Napoli era stata una delle sue tante cavie.

La seconda volta che le strade di Cruijff e del Napoli si incrociarono fu in un’ amichevole-spettacolo a Fuorigrotta il 25 maggio 1978 quando Johan militava nel Barcellona. Nella gara esibizione, il Napoli non volle sfigurare davanti al suo pubblico e fece un buon allenamento. E nel buio del San Paolo (parlare di illuminazione scarsa in quegli anni era una sorta di eufemismo) gli azzurri tennero testa all’avversario davanti a circa 20mila spettatori. Di Marzio schierò una mista di titolari e riserve e si misero in evidenza soprattutto Favaro, che parò un rigore, Ferrario, che mise a segno il suo primo gol col Napoli dopo il vantaggio blaugrana e Chiarugi, autore di una spumeggiante prestazione. Uscì dal campo un pò malconcio il solo Vinazzani, marcatore dell’asso olandese. Non perchè quest’ultimo avesse fatto sfracelli. Il nostro buon capitano ne aveva solo sentito l’odore.

LA N°14 –  Cruijff per tutta la sua carriera (tranne nel Barcellona in cui prese la numero 9) ha indossato la maglia numero  14, intimo riferi­mento al primo successo: aveva 14 an­ni quando vinse, con l’Ajax il suo primo titolo giovanile. E chi come Cruijff usa la numero 14 e gioca nel Napoli? Il belga Dries Mertens!
Il talento azzurro indossa da sempre la maglia numero 14, come Johan Cruijff “E’ stato un giorno nero per l’Olanda e per tutto il mondo del calcio. Io indosso la 14 in suo onore. Cruijff è stato un artista del pallone”.

 

 

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