20 Maggio 2020

COVID 19, nuovi scenari sulle possibili origini del virus

fonte: pixabay

COVID-19

COVID-19 potrebbe avere delle origini diverse da quelle ipotizzate dal primo momento, gli studiosi stanno cercando la specie per lo spillover

Il COVID-19 ha avuto un forte impatto sull’economia mondiale cambiando le nostre abitudini quotidiane.

Nel frattempo, biologi e medici da tutto il mondo hanno aperto diversi dibattiti su questioni medico-sanitari.

Mentre alcuni ricercatori continuano a cercare un vaccino, altri hanno posto attenzione su quali fossero le origini del COVID-19.

In seguito alla sua apparizione nel dicembre 2019 al mercato di Wuhan, non sappiamo ancora da quale specie animale arriva il virus.

Stando a quanto espresso dal quotidiano il Post, non è facile trovare la specie dove sia avvenuto lo spillover, ossia il passaggio al genere umano.

Quali sono i possibili untori di COVID-19 oltre ai pipistrelli?

L’attuale SARS-CoV-2 ha un genoma molto simile a quello ritrovato nel 2013 in una specie di pipistrello, il Rhinolophus affinis.

La corrispondenza tra il DNA dei due virus è uguale al 96%. Ben 50 anni fa i due agenti patogeni avevano un unico antenato.

In questi mesi, l’ipotesi più gettonata è stata quella che vedeva i pangolini i “responsabili” della trasmissione del virus.

Purtroppo il coronavirus ritrovato nei pangolini non corrisponde all’attuale virus proveniente da Wuhan.

A quanto pare, tra gli animali che possono essere colpiti dal virus abbiamo anche alcune specie domestiche come cani, gatti, criceti oppure specie selvatiche come macachi, furetti e pipistrelli della frutta.

ACE2, la proteina usata dal virus

Tutti gli studiosi sono concordi che il virus utilizza l‘ACE2, una proteina per eludere le cellule, penetrando al loro nucleo.

Questa proteina si presenta in tutti i mammiferi, il che li rende dei possibili veicoli per trasmettere il virus.

Un “nuovo virus” arriverà dal Sud America

Nel frattempo, il blog Business Insider ha pubblicato un parere di un ecologo brasiliano, David Lapola.

Ricercatore e collaboratore presso lUniversità di Campinas, il dottore Lapola ha immaginato che una nuova zoonosi potrebbe nascere in Amazzonia.

Qui il disboscamento e gli incendi, hanno avvicinato le comunità umane alla foresta pluviale, che è sempre stata un “bacino di contenimento per molte malattie” trasmissibili all’uomo da animali.

Anche i pipistrelli dell’Amazzonia possono essere veicolo di alcuni agenti patogeni della famiglia del coronavirus, come dimostrato dallo studio di Lapola, se si continuasse a “invadere e disboscare” gran parte del “Polmone verde della Terra“.

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