Coronavirus: sarà un’estate più sicura sulle spiagge italiane

Tre metri di distanza tra un ombrellone e l’altro e poi barriere di plexiglass: così saranno organizzate le spiagge quest’estate

La pandemia da Coronavirus sta mettendo in mondo in ginocchio. Rinchiuse in casa, le persone sono stanche e pensano già se potranno andare in vacanza quest’estate.

Le associazioni balneari a questo punto stanno lavorando su dei progetti che renderebbero le vacanze a mare degli italiani più sicure. Come? In spiaggia si dovrebbero rispettare i tre metri di distanza tra un ombrellone e l’altro e ci saranno barriere di plexiglass. Non solo, gli accessi in spiaggia saranno scaglionati in base alla fascia d’eta e in base alla prenotazione che sarà obbligatoria prima di accedere agli stabilimenti balneari. Inoltre, tutti i lidi saranno igienizzatati quotidianamente con dispositivi altamente   tecnologici.

Alcune aziende si sono messe già a disposizione per la costruzione dei box, sulla base di quelli che vengono installati nei supermercati a protezione delle casse. I box saranno dei quadrati, di 4,5 metri per lato con un “accesso” da un metro e mezzo di ampiezza.

La voglia di andare a mare quest’estate c’è tutta e a sottolinearlo è stato anche il sottosegretario al Mibact con delega al turismo Lorenza Bonaccorsi. Infatti quest’ ultima ha detto a Rainews:  «Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così. Ci stiamo lavorando dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l’ipotesi di un distanziamento».

Al momento non si conosce ne il prezzo dell’istallazione e neppure se il progetto andrà in vigore, ma, soprattutto sulla riviera romagnola, la proposta non sembra riscuotere il successo di tutti gli imprenditori locali. Infatti, in molti ritengono che sia  improponibile chiudere una persone dentro un box di plexiglass sotto il sole rovente d’estate. Ci saranno a questo punto i cosiddetti 40 gradi all’ombra.

Fonte foto: Il Messaggero

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