1 Giugno 2020

Coronavirus, la storia di Luigi: curato con sciroppo, muore per CoVid-19

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Coronavirus, la triste storia di Luigi Starita. Aveva contratto il covid, muore dopo 22 giorni. Tampone eseguito troppo tardi, curato con lo sciroppo

Coronavirus, ecco la triste storia di Luigi Starita.

Siamo a Piano di Sorrento, ridente cittadina della splendida costiera amalfitana.

E’ l’8 marzo, siamo solo all’inizio di un’emergenza sanitaria che, di lì a poco, avrebbe portato la OMS a dichiarare lo stato di pandemia mondiale.

Quei giorni concitati, sospesi e frenetici li ricordiamo tutti.

Le scuole avevano chiuso, ma nessuno si aspettava quello che poi si sarebbe verificato.

L’emergenza sanitaria pareva circoscritta ad alcune cittadine del Nord Italia, e la scelta governativa di chiudere tutto sembrava una misura cautelativa preventiva.

Molti, compresi alcuni virologi, dichiaravano che in Italia il coronavirus non si sarebbe diffuso come era accaduto nei mesi precedenti nella lontanissima Cina.

Luigi Starita, quell’8 marzo, cominciò ad accusare tutti i sintomi del coronavirus: tosse stizzosa, febbre.

La famiglia, preoccupata, contatta come da prassi il medico curante, che rassicura: “Non abbiamo casi di covid in costiera, non c’è da allarmarsi”.

Solo 6 giorni dopo, la situazione clinica del paziente peggiora: il medico gli prescrive Rocefin e Bentelan.

Nessuna visita domiciliare al proprio assistito, nessun tampone predisposto, nessuna corsa in ospedale per accertarsi che no, non si trattasse di coronavirus.

La guardia medica, sollecitata dalla famiglia, giunge a casa di Luigi e, accertata una bronchite, gli prescrive vitamina B e sciroppo sedativo.

Nient’altro.

La famiglia chiede di effettuare il tampone, i sanitari – stando ai racconti dei familiari – rivolgono loro un mite rimprovero.

Il 19 marzo le condizioni di Luigi si aggravano, rendendo necessario l’intervento del 118: i sanitari non scendono dall’ambulanza, ma consigliano alla figlia di procurare al padre una bombola d’ossigeno.

La figlia, potenziale portatrice di covid-19, esce, compra la bombola e la somministra da sola al padre.

Di lì a poco, si rende necessario un secondo intervento del 118: i medici prelevano il paziente e lo ricoverano presso il nosocomio di Sorrento, dove finalmente gli viene effettuato il tempone, prontamente spedito al Cotugno per essere processato, e gli viene eseguita una rx al torace.

Il 24 marzo il paziente viene trasferito al Loreto Mare, in condizioni gravissime.

6 giorni dopo, Luigi muore.

Quattro ore dopo il decesso, l’esito del tampone viene comunicato alla famiglia: Luigi aveva contratto il coronavirus.

La famiglia chiede giustizia.

La Procura ha aperto un’inchiesta, per accertare responsabilità e ritardi nella cura del paziente.

A riportare la notizia ilMattino e, pochi minuti fa, anche l’assessore Francesco Emilio Borrelli, che scrive:

Piano di Sorrento, malato di Covid muore dopo 22 giorni di agonia tra ritardi per il tampone e inadempienze. Aperta un’inchiesta da parte della Procura. Borrelli chiede anche inchiesta interna“.

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