Coronavirus, la Serie A può davvero ripartire? I medici frenano
L’Emergenza Coronavirus è ancora una minaccia seria in Italia. Tuttavia, la Serie A potrebbe concludersi. Il Campionato potrebbe ripartire anche a Giugno
Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia sia dal punto di vista sanitario che economico. La crisi economica riguarda un pò tutti i settori. Tra questi c’è sicuramente che il Calcio, che senza gli introiti delle partite si trova in grandissima difficoltà. Ragion per cui la FIGC sta facendo di tutto per far ripartire la Serie A. Talvolta anche scontrandosi con il parere di medici ed esperti, che predicano cautela. Insomma la Serie A riparte, virus permettendo.
Il presidente Gravina ha parlato della situazione COVID-19 e della possibile ripartenza: “Dalla Federcalcio filtra infatti un quadro diverso: la posizione di Rezza non sarebbe sposata da diversi membri del Comitato tecnico-scientifico, primo interlocutore del governo Conte. Alcuni degli esperti, peraltro, hanno integrato la commissione medica FIGC che sta lavorando sui protocolli per la ripresa. La FIGC, infatti, resta sul suo slogan «Tenersi pronti in caso di luce verde».
Ma si può davvero ripartire con un Paese in crisi per il Coronavirus? “L’orizzonte è quello noto: lo stop agli allenamenti ha come scadenza il 3 maggio, ma nessuno può escludere una proroga. Le conclusioni della commissione medica Figc, che si riunirà domani, varranno solo per la fase della ripresa, soltanto dopo si affronterà il problema dell’attività agonistica. Insomma, il tentativo di salvare la stagione non è agganciato alla partenza il 31 maggio o il 7 giugno. I tempi potrebbero essere più lunghi, una situazione di cui il presidente federale è cosciente visto che qualche tempo fa Gravina aveva parlato addirittura di settembre-ottobre per la fine del campionato”.
SUGLI INTERVENTI PER SCONGIURARE NUOVI CASI DI COVID-19 E SULLA SANIFICAZIONE- “Uno degli interventi da fare sarà la sanificazione delle strutture in cui i club si allenano. La seconda fase è sicuramente lo screening. I calciatori si sottoporranno a una sorta di «nuova idoneità». Saranno effettuati test molecolari, sierologici, esami del sangue. Ma il protocollo sarà diverso per i positivi e guariti visto che c’è da valutare l’effetto dell’infezione, soprattutto sull’apparato respiratorio e cardiovascolare”.
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