Coronavirus- Dema, messaggio choc: “100 euro per chi viene a lavoro”
Coronavirus, Dema nel caos. Proposta choc dell’azienda: “premio di 100 euro per chi viene a lavorare”. Scoppia la polemica tra i lavoratori
Coronavirus – Mentre una parte dell’Italia si è fermata, oramai da due settimane, per contenere il contagio da covid-19, c’è un’altra parte di Italia che continua a lavorare.
Che, ogni mattina, si alza e continua a produrre ed a sostenere un Paese economicamente a rischio tracollo.
E, mentre giustamente si dà rilievo al lavoro eroico di medici ed infermieri che rischiano quotidianamente di contrarre il virus proprio mentre sono al lavoro per sconfiggerlo, spesso si perdono di vista i milioni di italiani che corrono lo stesso rischio, sui loro rispettivi posti di lavoro.
La Dema, azienda aerospaziale che lavora per Leonardo, Boeing e Bombardier con quattro stabilimenti in Campania (Somma Vesuviana e Benevento) e Puglia (due stabilimenti a Brindisi) ,conta un totale di circa 750 dipendenti.
Si tratta di un’azienda in estrema difficoltà, che proprio ieri avrebbe dovuto presentare un piano industriale di rilancio e che, al momento, pare non avere alcuna produzione indispensabile da espletare in queste difficili settimane.
Le Rsu, dopo aver denunciato l’assenza di mascherine e di sanificazione, avevano minacciato di indire uno sciopero.
Per tutta risposta, l’azienda ha affisso nelle bacheche dei vari stabilimenti un comunicato in cui prometteva un premio di 100 euro destinato ai lavoratori che fossero tornati in servizio “per senso di appartenenza”.
«Si premia chi si obbliga a venire al lavoro, dividendo i lavoratori sui temi della salute e sicurezza – denuncia la Fiom – Non escludiamo iniziative legali di verifica sull’operato dell’azienda in regime di utilizzo di ammortizzatori sociali».
Infatti, pare che l’azienda avesse contattato telefonicamente i dipendenti per invitarli a tornare al lavoro. A somma Vesuviana, solo una ventina di questi avevano risposto all’appello.
L’azienda nega tale ricostruzione.
La Fiom, dal canto suo, lancia una controproposta: “Piuttosto che occuparsi di fare questo strano tipo di beneficenza ai lavoratori che rischiano la salute, la Dema farebbe meglio a fare donazioni alla sanità pubblica“.
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