28 Febbraio 2020

Coronavirus a Napoli, avvocato contagiato: “Non volevano farmi fare il test”

Foto di Abruzzo live TV.

Coronavirus a Napoli, avvocato 50 enne positivo

Scenario davvero surreale: a Napoli un avvocato si rivolge ai servizi per il Coronavirus non ricevendo risposta. Scopre di essere positivo dai giornali

Altro caso di Coronavirus a Napoli. Secondo quanto riportato da Il Mattino, un avvocato, una volta tornato da Milano, ha accusato febbre, forte tosse e sintomi influenzali. Così l’uomo ha tentato di rivolgersi a tutti i numeri verdi, essendosi accorto di avere i sintomi del Coronavirus, senza però ricevere risposta. Egli si sarebbe poi rivolto al 118, che gli avrebbe consigliato di prendere un anti-piretico.

L’uomo, comprensibilmente in ansia per il Coronavirus, avrebbe insistito per farsi fare il tampone. Così l’avvocato è andato al Cotugno, ma lì gli hanno fatto un semplice tampone per la comunissima influenza. Insistendo ancora, il soggetto avrebbe finalmente ottenuto il tampone per accertare la positività al celebre Coronavirus.

All’avvocato in questione, sono stati quindi fatti due tamponi: uno per l’influenza ed uno per il Coronavirus. L’uomo è risultato negativo per l’influenza, mentre non era chiaro il riscontro sul Coronavirus. I medici gli hanno semplicemente detto di restare in quarantena, senza dirgli che il risultato era positivo.

L’uomo 50 enne avrebbe scoperto di essere positivo al Coronavirus dai giornali. Leggendo un articolo, in cui  venivano fatte delle domande sul periodo in cui era stato a Milano, ha capito che si trattava proprio del suo caso. L’uomo, giustamente furioso per l’accaduto, ha fatto partire una forte protesta. In particolare, l’avvocato avrebbe minacciato di denunciare l’accaduto per avere il tampone.

Uno scenario davvero surreale dunque, considerando la preoccupazione generata in città dal Coronavirus. Sicuramente non c’è stata trasparenza tra i dottori ed il paziente. Ecco riportate le parole dell’avvocato nell’intervista de “Il Mattino”: ““L’ho appreso dai giornali, poi mi è arrivata una telefonata dell’Asl con un questionario tardivo su chi avessi incontrato”. L’uomo ha proseguito sottolineando:”Se avessi ascoltato i loro consigli, ora avrei infettato decine di persone. Da cittadino serio mi sono sottoposto al test”.

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