Colli Aminei, “Mia figlia bullizzata per anni. Nessuno ci ha ascoltati”
Colli Aminei, spunta la testimonianza della madre di una ragazzina: “Mia figlia bullizzata per anni da uno dei violenti del Parco. Nessuno ci ha aiutato”
Colli Aminei – Spunta l’addolorata e rabbiosa testimonianza della madre di una ragazzina, compagna di classe di uno dei protagonisti dell’aggressione ai Colli Aminei, che ha visto un 13enne picchiato da un branco di giovani bulli.
“Mia figlia è stata in classe con questo ragazzo per anni. Hanno condiviso il percorso scolastico a partire dalle scuole elementari.
Già lì, piccolissimo, il bambino mostrava segni di aggressività. All’epoca, però, pensavamo si trattasse semplicemente di un problema legato all’iperattività. Con il passare degli anni, però, la situazione è nettamente peggiorata.
Mia figlia si è ritrovata in classe con questo ragazzo anche alle medie. E qui è cominciato l’inferno.
Il ragazzo ha cominciato ad indirizzare a mia figlia insulti, offese, violenze, che l’hanno condotta progressivamente in uno stato di depressione.
Intanto, mentre i nostri appelli e le nostre richieste di aiuto alla Direttrice scolastica venivano puntualmente ignorati, altre due bambine lasciavano l’Istituto a causa dello stesso problema.
Decisione che ci siamo trovati costretti a prendere anche noi: e così, per assurdo, è la vittima che deve cambiare le proprie abitudini, e non il colpevole.
E’ un anno e mezzo che cerchiamo un aiuto, ma nessuno ce l’ha offerto.
Non abbiamo sporto denuncia, per dare una possibilità di recupero al ragazzo. Possibilità, però, che non è stata colta.
Se si fosse intervenuti a tempo debito, si sarebbe potuto procedere ad un’azione di recupero del ragazzo, evitando i tristi fatti della pineta“.
Queste le dichiarazioni di mamma Valentina ai microfoni de La Radiazza.
“E’ un episodio increscioso. E’ grave che le segnalazioni della Signora non siano state colte dalla Preside. Qualora si fosse intervenuti, si sarebbe potuto attivare – anche con l’intervento di assistenti sociali – un percorso riabilitativo per il ragazzo. La scuola ha il compito non solo di formare culturalmente l’individuo ma anche di intervenire in caso di giovani con difficoltà.
Un bambino irrequieto potrebbe diventare un ragazzo aggressivo per poi trasformarsi in un adulto dedito al crimine. Non intervenire è un atto di grave irresponsabilità. La Magistratura dovrà aprire un’inchiesta per far luce sui dettagli della vicenda e sul perché non si sia intervenuto per tempo“.
Questo il commento accorato del Consigliere Regionale Borrelli.
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