Catemario, ay, dove porti la nostra fantasia? Una chitarra tra Napoli e Spagna
Catemario in concerto all’Istituto Cervantes di Napoli, con l’organizzazione dell’Associazione Scarlatti. 27 maggio 2015
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“ So che esistiamo in un mondo singolare dove vivere è sognare, ” – diceva malinconico il principe Sigismondo de La vida es sueño – “ e l’esperienza mi insegna che l’uomo vive e sogna fino a farsi ridestare…”, eppure, nella meravigliosa cornice offerta dall’Auditorium dell’Istituto Cervantes di Napoli, non si può ridestarsi, e non si può ritornare alla realtà dei nostri giorni.
Hidalgos baldanzosi, pieni di senso dell’onore, che si inchinano alla perfezione, porgono i loro omaggi e disegnano ricami nell’aria coi loro cappelli che ruotano al cospetto di un’Adelita un poco ritrosa o di una Maria pretenziosa, di una Marieta sospirante. Insomma niente a che vedere con quell’altera d’una Carmen o con la ridacchiante Dulcinea.
È questo il meraviglioso repertorio offerto dal Maestro Edoardo Catemario che, nell’ambito della manifestazione culturale “ Quattro chitarre tra Napoli e Spagna”, organizzato dall’Associazione Scarlatti in collaborazione con l‘Istituto Cervantes Napoli, ha trasportato i partecipanti, quasi fantasticamente, nell’Iberia tutta, senza limiti di tempo e spazio: dalla Spagna culturalmente magniloquente e barocca, ancora imperiale, grandiosa e padrona di un mondo ormai in disfacimento, alla Spagna ormai tardo-ottocentesca, novecentesca, alla ricerca di una propria identità nazionale, non solo da un punto di vista musicale.
Fortunato il popolo di Berlino, e chissà che il maestro non ritorni a stupire ancora Napoli.
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