Castello delle cerimonie dipendenti domani in marcia per protestare
Castello delle cerimonie dipendenti in rivolta domani sfileranno in corteo, l'appello:"Lasciateci aperti e fateci lavorare"
Castello delle cerimonie dipendenti: La chiusura del Grand Hotel La Sonrisa fa tremare gli oltre 150 dipendenti che chiedono di poter continuare a lavorare. Domani, giovedì 22 febbraio 2024, la marcia di protesta.
Il celebre ristorante-hotel dei matrimoni napoletani è stato confiscato per abusivismo edilizio, in seguito a un lungo iter giudiziario culminato con la sentenza della Corte di Cassazione pronunciata il 14 febbraio 2024.
Il Castello dovrebbe essere affidato al Comune di Sant’Antonio Abate, ma il passaggio di consegne non sarà immediato. Non si sa se resterà aperto, se verrà affidato a terzi o se dovrà essere demolito. Dunque, sul futuro della struttura e soprattutto su quello degli attuali dipendenti regna l’incertezza.
Castello delle cerimonie dipendenti in rivolta: “abbiamo bisogno di voi, potremmo rimanere senza lavoro”
Mentre i proprietari de La Sonrisa, la famiglia Polese, dichiara di essere pronta a rivolgersi alla Corte di Strasburgo, i dipendenti protestano. Già il giorno lunedì 19 febbraio 2024, i lavoratori si erano recati in presidio davanti al Comune di Sant’Antonio Abate per chiedere cosa ne sarebbe stato di loro.
Gaetano “Nino” Davide e Ferdinando Romeo, camerieri i cui volti sono noti grazie al programma tv “Il Castello delle Cerimone“, hanno lanciato una richiesta di aiuto ai followers con un video pubblicato sul profilo Tiktok omonimo.
«Mai come ora abbiamo bisogno di voi. Come potete vedere stiamo ancora lavorando. Ma abbiamo bisogno della vostra presenza. Partiremo giovedì dal Castello alle 9:30 del mattino fino al comune di Sant’Antonio Abate, per il nostro “urlo silenzioso”. Dobbiamo essere in tanti affinché si tocchi la sensibilità delle istituzioni, la struttura non chiuda e ci permettano di lavorare ancora».
Castello delle cerimonie dipendenti – Anche altri lavoratori intervistati dal Mattino hanno esternato le proprie preoccupazioni. Uno ha detto: «Stiamo ricevendo centinaia di telefonate di sposi disperati, ma la disperazione è anche nostra che potremmo rimanere senza lavoro con la stagione estiva alle porte».
Un altro: «Stiamo vivendo momenti di profonda angoscia e incertezza. Tra noi ci sono famiglie che pagano un mutuo, l’affitto di una casa, che hanno figli da mantenere all’università e vorremmo essere rassicurati sul nostro futuro».
La sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha chiesto un incontro al prefetto di Napoli per aprire subito un tavolo sul futuro dei lavoratori e della stessa struttura.
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