Castellammare, aggredita infermiera del Pronto Soccorso
La donna aveva chiesto ai parenti dei pazienti di liberare l'ingresso del pronto soccorso, ma è stata violentemente aggredita
CASTELLAMMARE AGGREDITA INFERMIERA – L’infermiera chiede agli accompagnatori di uscire dal Pronto Soccorso per agevolare l’ingresso dei pazienti, ma viene aggredita con pugni in faccia. Sembra una scena da film ma non è così: è successo ieri sera all’ Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia.
Secondo Fanpage.it, nell’aggressione è coinvolta un’altra collega che era lì presente in quel momento. Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto. Sul posto sono arrivati subito gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Castellammare che stanno indagando sulla vicenda.
Aggredita infermiera a Castellammare: la dinamica dei fatti
Secondo le prime ricostruzioni, a scatenare l’ira dei parenti è stata la richiesta dell’infermiera di liberare l’ingresso del Pronto Soccorso per agevolare il lavoro del personale sanitario. In tutta risposta, i parenti avrebbero risposto con calci, pugni e spintoni. L’aggressione le ha rotto un dente e spaccato il labbro. Intervenuti i colleghi in suo soccorso mentre perdeva anche sangue dal naso.
I poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia hanno acquisito i filmati del sistema di videosorveglianza interno all’ospedale. In attesa della denuncia, procedono d’ufficio all’identificazione dell’aggressore, coordinati nelle indagini dalla Procura di Torre Annunziata.
La solidarietà dell’Asl Napoli 3
Il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo, e il direttore sanitario dell’ospedale di Castellammare di Stabia, Massimo Maiolo, hanno espresso massima “solidarietà e vicinanza” all’infermiera vittima dell’aggressione subita al pronto soccorso dell’Ospedale di Castellammare. Il dottor Maiolo ha dichiarato quanto segue:
“Siamo stanchi delle violenze. Chiediamo l’immediata attivazione del drappello di polizia all’interno del presidio. Arrivati a questo punto la militarizzazione degli ospedali è l’unica strada percorribile.Ogni giorno gli operatori sanitari raggiungo il posto di lavoro per curare e non certo per rischiare la vita. Naturalmente, nel percorso giudiziario che seguirà questo atto di violenza, come azienda ci costituiremo parte civile”.
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