Il ’Caso Simeone’: to stay or not to stay
Caso Simeone: l'argentino è un vero e proprio caso. Per lui solo scampoli di partita e un presidente che non vuole cederlo
Il caso Simeone è scoppiato quest’anno come uno dei più fragorosi botti nella notte di San Silvestro. Rumoroso, rabbioso, disarmante. Soprattutto se si pensa a quanto il Napoli avrebbe avuto bisogno di lui e del suo killer instinct in questa stagione così buia.
Il Corriere dello Sport oggi descrive la fine della favola del Napoli, goduta fino al 4 giugno, seguita da un semestre pieno di errori amplificati dai fischi del “Maradona”. La partita si riassume con episodi di calcio, sfortuna e un eroe improvviso, Meret, che, nonostante le avversità, tira fuori il meglio di sé, salvando il Napoli dal baratro e rimuovendo il terrore dal volto dei 50mila spettatori.
Terrore che ormai accompagna i pensieri e i sonni della Napoli partenopea, che a questo punto teme seriamente di rimanere fuori dall’Europa.
Il caso Simeone: perchè non gioca mai?
La domanda che tanti tifosi si pongono è: ma perchè il Cholito non gioca? Per lui solo scampoli di partita e quei 60 minuti in coppa Italia col Frosinone, in una gara da dimenticare. Non per demerito suo, certo.
Il giocatore avrebbe chiesto la cessione, ma De Laurentiis in una cena a Roma gli avrebbe ribadito la sua stima e la sua volontà di trattenerlo. Stima che, con tutto rispetto, non soddisfa le aspettative di un calciatore agonisticamente sempre affamato.
Addirittura, con Osimhen ’fuori dai giochi’ e comodamente (ed inspiegabilmente) volato in Nigeria anzitempo, Mazzarri gli ha preferito Raspadori.
To stay or not to stay? Questo è il dilemma per il numero 18 argentino che lo scorso anno ci ha regalato infinite e indelebili gioie con la maglia azzurra.
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