Caso Ciro Esposito: svolta nel processo a Daniele De Santis
“Non credo più nella legge”, afferma Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito. La donna ha così commentato la richiesta di sconto della pena per De Santis
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Venti anni di reclusione, sei in meno rispetto alla condanna di primo grado. Questa la richiesta formulata oggi dal pg Vincenzo Saveriano nel corso dell’udienza del processo d’appello a carico di Daniele De Santis, ultrà romanista accusato e condannato a 26 anni in primo grado per la morte di Ciro Esposito, il giovane napoletano ferito poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio del 2014 e morto dopo 53 giorni di agonia.
Il procuratore generale ha ribadito nei confronti di De Santis l’accusa di omicidio volontario, ma ha chiesto di non riconoscere l’aggravante dei futili motivi e di assolvere “Gastone” dall’accusa di rissa “perché il fatto non sussiste“. Chiesta, invece, l’assoluzione per gli altri due imputati, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli. In primo grado furono condannati a otto mesi di reclusione ciascuno per rissa e lesioni al volto dello stesso De Santis.
“Ho veramente poco da dire. Finora pensavo di potermi affidare alla legge degli uomini, adesso ho capito che posso affidarmi solo a quella di Dio“. Questa la reazione di Antonella Leardi, madre di Ciro, intervistata dall’Ansa, dopo la richiesta del pg.
“Da tutti i video e dall’ audio registrato emerge con evidenza un omicidio assurdo, senza giustificazioni, con cui è stata stroncata la vita di un ragazzo di 29 anni. Non capisco come si possa chiedere uno sconto di pena“, ha concluso la donna.
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