16 Novembre 2015

Regione Campania, presentata la legge sul reddito minimo di inserimento

reddito minimo

La proposta di legge regionale sul reddito minimo di inserimento presentata dal Dem Gianluca Daniele, primo firmatario del disegno di legge

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Presentato il disegno di legge regionale per l’ introduzione del “reddito minimo di inserimento”. La battaglia per il reddito cittadinanza, al centro del dibattito nazionale, entra di prepotenza nella cronaca politica regionale. E’ stato infatti presentato, un disegno di legge, che introduce di fatto il reddito di cittadinanza anche se con alcune differenze sostanziali: “la sinistra si deve caratterizzare per nuove forme di protezione sociale e, in modo particolare, per l’introduzione di un nuovo welfare meridionale che fornisca, attraverso lo smantellamento delle vecchie logiche assistenziali, anche alla luce dei cambiamenti sociali conseguenti a tanti anni di crisi, delle misure di sostegno sociale adeguate – dichiara Gianluca Daniele, primo firmatario del disegno di legge – per questo, e per iniziare a rispondere a quella che considero una delle grandi questioni per il futuro del Mezzogiorno, ho presentato la proposta di legge sul reddito minimo di inserimento: Misure dirette ed indirette, di sostegno al reddito e di attivazione sociale, provando a costruire un’idea concreta che tenesse ben presente il tema delle risorse“. Un reddito minimo di inserimento dunque, lontano dai principi squisitamente assistenziali legati al dibattito sul reddito di cittadinanza, strumento già presente nel welfare regionale nell’ era bassoliniana con scarsi risultati.

Un vero e proprio strumento di welfare, ricollegato alle scelte nazionali e quindi sistemico rispetto al quadro nazionale, così come spiega lo stesso Daniele: “la proposta di legge si concentra soprattutto sul tema della povertà, individuando una soglia che definisce un intervento specifico di azione, e sul ricollocamento e la riqualificazione dei lavoratori over 55, che ben si collega ai provvedimenti di carattere nazionale, e che apre una questione determinante rispetto, soprattutto, alla cassa integrazione in deroga a zero ore che, in base alla riforma nazionale del lavoro, dal 2017 verrà totalmente superata. Con le misure indicate, dunque, si vuole favorire l’inclusione sociale anche attraverso la formazione continua e delle nuove politiche attive del lavoro con la valorizzazione delle professionalità di quelle persone che, escluse dal ciclo produttivo, per diversi motivi, si trovano nell’impossibilità di tornare nel mondo del lavoro perché poco più che cinquantenni.”

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