21 Ottobre 2020

Campania, la rabbia dei ristoratori: “Perchè il divieto di asporto? Ci state uccidendo” (VIDEO)

Asporto

Dopo l’ultima ordinanza si fa sentire forte la rabbia dei ristoratori in merito ai limiti sul servizio d’asporto

Secondo l’ultima ordinanza della Regione Campania:
– tutti gli esercizi di ristorazione (bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pub, vinerie e simili)  è fatto divieto di vendita da asporto dalle ore 21,00. Sono esclusi dal divieto gli esercizi di ristorazione che ordinariamente svolgono attività di asporto con consegna all’utenza in auto, i quali possono esercitare la propria attività, nel rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza vigenti, assicurando un sistema di prenotazione da remoto. La consegna a domicilio è comunque ammessa senza limiti di orario;

– ai bar, pasticcerie, gelaterie ed esercizi consimili, è fatto obbligo di chiusura dalle ore 23,00 alle ore 05,00 del giorno successivo, nei giorni dalla domenica al giovedì.Fanno eccezione i soli bar/punti di ristoro presso le stazioni di servizio delle autostrade e tangenziali nonché quelli presenti all’interno di strutture di vendita all’ingrosso che osservano orari notturni di esercizio.

Per quanto è stato disposto esattamente due giorni fa, quindi, tanta è stata la rabbia dei ristoratori campani circa i limiti appena elencati alla loro attività, soprattutto per l’asporto:  “Perché il divieto di asporto? Ci state uccidendo”. Nel video che è stato postato da NapoliToday si vede chiaramente un potenziale cliente che si avvicina all’ingresso del ristorante e chiede una pizza da asporto. Il ristoratore prima gli spiega che l’ordinanza non lo consentirebbe, poi gli dice “Fatti il giro della piazza, torna e te la faccio trovare”.

Ma state tranquilli, non c’è stata alcuna violazione delle norme anti-covid. Quella di Dario Russo, responsabile della Trattoria Napoli Notte di piazza Carità è stata solo un’amara gag per accendere i fari sulle difficoltà del settore. “Che senso ha il divieto da asporto? – si chiede – Ci stanno uccidendo. Le persone non vengono per paura e adesso non possono neanche ordinare una pizza o un primo piatto. Inoltre, i miei dipendenti non hanno ancora avuto un euro di cassa integrazione”.

Ci teniamo a specificare quindi che tutto ciò si tratterebbe di una farsa a mo di caricatura e che il ragazzo è un amico della sorella del titolare che si è prestato come attore per esporre il problema che purtroppo sta affliggendo molti dei ristoratori campani. Che non sia da esempio a tutti gli altri.

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