Calzona si è già arreso? Tensioni e malcontenti nello spogliatoio
Che Francesco Calzona arrivasse in un contesto difficile non era solo chiaro, di più. Arrivati a questo punto della stagione, il Napoli si trova in una situazione di aut aut: o la squadra tenta un colpo di reni per provare a risalire la china o dovrà cominciare ad accettare l’idea di non partecipare alla Champions League e alle altre competizioni europee nella prossima stagione.
Calzona si è già arreso? La riflessione de Il Mattino
Fracensco Calzona deve cercare di togliere il Napoli dal suo pantano. La squadra è finita in delle sabbie mobili dalle quali non riesce a fuoriuscire. Il morale depresso, alcuni malcontenti e le continue polemiche che una settimana sì e una no trapelano dallo spogliatoio di certo non aiutano. Una riflessione sulla situazione del Napoli è stata fatta dai colleghi de il Mattino nell’edizione odierna. Ecco quanto scrivono:
“L’uomo sta dritto al centro del campo, autoritario. Come solo quelli che hanno sempre mangiato pane e veleno e che a 55 anni coronano un sogno (l’altro, è quello di essere riconfermati anche il prossimo anno). Sempre in tuta, anche quando sale sul bus della squadra. Impartisce ordini secchi, in italiano ben scandito, con Bonomi a tradurre per Osimhen, Kvara e gli altri allergici alla lingua del nostro campionato. E la truppa obbedisce. Lo ha subito riconosciuto come capo, si fida, lo segue. Ma i problemi sono tanti, irrisolvibili. E non ha la bacchetta magica. Fosse arrivato a novembre, al posto di Mazzarri, sarebbe stato differente. Ma il tempo, non aiuta. I gual arrivano dal passato e li dovrà risolvere De Laurentiis. In sette giorni, Ciccio Calzona ha fatto i conti con la tensione dello spogliatoio, dove il malcontento è totale. Per ogni cosa.
Il tecnico di Vibo Valentia fa quello che deve fare: ieri, per esempio, ha smesso di parlare (forse, capendo che è del tutto inutile) e si è tuffato sul lavoro. In campo. Tanto. Calzona non ci ha messo tanto tempo per comprendere che le alchimie interne sono ormai compromesse. Non si è arreso, per carità, ma è difficile pensare di potersi impadronire del Napoli e guidarlo verso una rimonta in appena tre mesi (e a marzo per 10 giorni non ci sarà perché andrà in Slovacchia). Stasera è una gara importante per lui, forse più della supersfida alla Juventus di domenica: dopo il flop con il Cagliari, deve dimostrare di saper far rialzare la testa a una squadra che sembra a pezzi.
Al limite della depressione. Anche per evitare di fare peggio persino di Mazzarri. Oggi parlerà per un po’ alla squadra. I discorsi non sono il suo forte, è con il lavoro in allenamento che vuole prendersi la squadra.
– Il Mattino
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