Bassolino replica a Renzi: “non mi candido per rivincita, ma per amore di Napoli”
Antonio Bassolino risponde a Renzi, che in merito alla sua candidatura aveva detto: “le battaglie non si fanno per rivincita“. “Mi candido da cittadino, per amore di Napoli, non per risentimento“, la replica. “Il Pd mi ha dato un dispiacere forte“
Botta e risposta fra Matteo Renzi e Antonio Bassolino, candidato a sindaco di Napoli sostenuto da una lista civica di centrosinistra. L’ex Presidente del Consiglio (che con la sua Italia Viva sostiene Gaetano Manfredi insieme a Pd e M5s) aveva detto, riferendosi all’ex Presidente della Regione Campania, che “le battaglie non si fanno per rivincita“. Ma la replica non si è fatta attendere.
Intervenuto nella trasmissione Barba&Capelli su Radio Crc Targato Italia, infatti, Bassolino ha così commentato: “Renzi ha detto che le battaglie non si fanno per rivincita. Lo ringrazio per le parole di stima e aggiungo: appunto, le battaglie non si fanno per risentimento, mi sono candidato da semplice cittadino per amore della mia città“.
Il leader di Italia Viva si riferiva all’estenuante vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto l’ex sindaco, andato incontro a ben 19 processi, tutti conclusi con la sua assoluzione. Bassolino, tuttavia, non ha mai nascosto la delusione per il trattamento riservatogli dal Pd, partito che lui stesso ha contribuito a fondare e di cui è stato colonna portante, che però non lo ha mai sostenuto apertamente durante questo calvario. “Dal partito che io ho contribuito a fondare – dice infatti ai microfoni dei giornalisti presenti al suo ultimo comizio – non si sono mai dette due frasi che bisognava dire assieme: la prima era ‘fiducia nella giustizia’, che io per primo ho sempre detto; l’altra era ‘fiducia in Antonio Bassolino, che conosciamo da una vita e sappiamo che non può aver fatto nulla di illegale’, come poi hanno dimostrato 19 processi e 19 assoluzioni“.
Bassolino: “È stato un dispiacere forte, ma ora devo dare risposte ai cittadini che mi hanno chiesto di candidarmi“
La delusione nei confronti della propria “casa madre”, Bassolino l’ha sottolineata anche ai microfoni di Barba&Capelli: “Sono stato e sono uno dei fondatori del Partito Democratico, un progetto che all’epoca volevo fare già dieci anni prima in quanto allora c’era un vento riformatore in Europa. Dopo l’Ulivo il vento spirava verso altra direzione. Il Pd lo abbiamo fatto con l’obiettivo di essere oltre il 30% ma non siamo riusciti a portarlo a questa cifra e penso che questo rimanga il problema di una forza popolare. Per me è stato un grande dolore il lungo silenzio nei miei confronti durante i 19 processi e anche dopo le 19 assoluzioni. Ancora oggi è inspiegabile che il Pd nei mesi scorsi abbia fatto finta di nulla. È stato un dispiacere forte“.
Ma adesso Bassolino pensa alla sua città, quella Napoli che lo ha già visto sindaco per 7 anni (dal 1993 al 2000) e che ora spera di rappresentare ancora. Anche se il passato non si può cancellare. “Dal Pd – ha proseguito – con diversi segretari ho ricevuto scelte sbagliate e ingiuste come le primarie di 5 anni fa quando poi mi fermai, altro che risentimento. Ho la testa rivolta in avanti – ha concluso – e ho il dovere di dare una risposta ai cittadini che mi hanno chiesto la candidatura. So più di tutti che è una battaglia difficile ma non impossibile e andiamo avanti per il bene della città, sopra gli interessi del Pd e di altri partiti. Mi rivolgo ai napoletani, soprattutto sfiduciati e di qualsiasi colore politico“.
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