Baretti, l’ordinanza che fa infuriare gestori e clienti
E’ stata firmata l’ordinanza che costringe ad orari ferrei i baretti di Chiaia. I gestori ricorreranno al Tar: ecco cosa ne pensano
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NAPOLI, 24 NOVEMBRE – Francesco Di Giovanni, presidente della prima municipalità, ha annunciato un’ordinanza per limitare l’orario di apertura dei baretti di Chiaia. La firma, avvenuta in mattinata, ha sancito la decisione di intervenire sulla ‘movida‘:
“Di fronte all’immobilismo dell’Amministrazione centrale rispetto alle esigenze dei cittadini, abbiamo pensato che l’unica soluzione è un’ordinanza municipale”.
Secondo la nuova direttiva i locali dovranno chiudere alle ore 24.30 nei giorni infrasettimanali e alla 1.30 durante i week end.
Inutile dire che il documento ha destato scalpore e polemiche; c’è già chi è pronto a fare ricorso al Tar facendo riferimento alla non competenza della Municipalità per sottoscrivere tali atti.
Oggi, verso le 12.30, sono stati convocati e invitati i rappresentanti dei commercianti di Chiaia, associazioni di residenti e gestori dei baretti, presso l’ufficio di Di Giovanni, per discutere sul tema e “cercare una vita d’uscita”.
Aldo Maccarone, rappresentante dei locali di via Aniello Falcone, dopo il primo faccia a faccia, cerca risposte concrete, affermando che:
“Non è stato presentato nessun decalogo di buoni comportamenti, del resto sarebbe assurdo impegnarsi a rispettare norme che sono già imposte dalla legge. Chi fa questo mestiere già sa che non bisogna dare alcol ai minorenni, che non bisogna superare livelli di rumore non consentiti, che vanno rispettati i limiti dell’occupazione di suolo pubblico. Bisogna confrontarsi in maniera leale con i residenti e con le autorità per cercare assieme soluzioni condivise“.
Pensiero analogo è quello di Filippo Boccoli, rappresentante dei baretti di Chiaia, il quale si assume le proprie responsabilità chiedendo di non criminalizzare né i baretti né i gestori:
“Tra di noi ci sono tante persone che rispettano le regole e che sanno come si fa questo mestiere noi siamo riuniti in un gruppo e proviamo a confrontarci con l’Amministrazione e con il territorio. Il problema è che ci sono molti altri gestori che non si riconoscono nei nostri principi, che hanno altre idee di gestione di un locale. Ecco perché non potrà mai esserci una rappresentatività completa. Noi andremo all’incontro con la Municipalità e a quello successivo con il Comune portando la nostra disponibilità al confronto, spiegando che le regole cerchiamo di rispettarle fino in fondo. Ma se qualcun altro non è sulla nostra linea, sarà sempre tempo perso”.
Dall’altro lato, il presidente del Comitato quiete pubblica e vivibilità cittadina, Gennaro Esposito, esordisce in modo duro:
“Leggo che i gestori dei baretti vorrebbero presentare un decalogo di buoni comportamenti. Non ce n’è bisogno perché già c’è. È scritto nelle norme che regolano l’ordine pubblico e la gestione di un locale. Invece del decalogo basterebbe una sola regola per tutti, impegnarsi a rispettare la legge. Noi siamo sempre sul campo: da Bagnoli al centro, da Chiaia al Vomero. Per il prossimo week end è già previsto un presidio a Bagnoli per una raccolta di firme su un documento che chiede, appunto, vivibilità rispetto alle notti sguaiate”.
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