Arzano carabiniere arrestato: soldi da clan locale in cambio di favori
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Arzano carabiniere arrestato: un luogotenente dei Carabinieri in servizio ad Arzano è stato arrestato con l’accusa di aver fornito informazioni riservate al clan locale. In cambio avrebbe ricevuto denaro e favori.
L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’indagine della DDA di Napoli che ha portato all’arresto di altre tre persone.
Arzano carabiniere arrestato: un’indagine interna
Le indagini che hanno portato all’arresto del carabiniere sono state condotte dai suoi stessi colleghi, che hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L’inchiesta è partita dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Si è concentrata sulle presunte collusioni tra il militare e il clan della “167” di Arzano, un’emanazione del gruppo scissionista attivo nella zona a nord di Napoli.
Secondo le accuse, il carabiniere avrebbe ricevuto pagamenti mensili di circa mille euro, oltre a somme extra tra i 2.000 e i 3.000 euro. In più, avrebbe ricevuto anche favori come interventi di manutenzione e carrozzeria per le sue auto e quelle dei suoi familiari.
In cambio a questi vantaggi, avrebbe rivelato segreti d’ufficio, come l’imminente esecuzione di misure cautelari o l’installazione di telecamere per le indagini.
Il ruolo del carabiniere e gli arresti
Arzano carabiniere arrestato: Le indagini hanno rivelato diversi episodi in cui il carabiniere avrebbe favorito il clan.
Nel 2016, avrebbe omesso di inserire tempestivamente nella banca dati il provvedimento di sorveglianza speciale a carico di Pasquale Cristiano, boss locale poi diventato collaboratore di giustizia. Avrebbe inoltre redatto una falsa relazione di buona condotta per lo stesso Cristiano.
Nel 2017, avrebbe omesso di eseguire un decreto di fermo nei confronti di alcuni esponenti del clan.
Nel 2018, avrebbe avvisato alcuni indagati dell’imminente esecuzione di un’ordinanza, consentendo loro la fuga. Avrebbe anche fatto sparire prove e rimosso dispositivi di videosorveglianza.
Il carabiniere avrebbe rappresentato una “arma segreta” per il clan, avvisando i vertici delle indagini in corso e delle operazioni di polizia, come il monitoraggio video delle loro abitazioni. Avrebbe anche rivelato i metodi utilizzati dagli investigatori per camuffare l’installazione di telecamere.
I Carabinieri hanno arrestato Giuseppe e Mariano Monfregolo e Aldo Bianco, ritenuti ai vertici del clan. Le accuse includono rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e associazione a delinquere di stampo mafioso, con l’aggravante del metodo mafioso.
Arzano carabiniere arrestato: L’arresto del carabiniere e dei suoi complici rappresenta un duro colpo per il clan della “167” di Arzano e per la credibilità delle forze dell’ordine.
L’indagine dimostra l’impegno della DDA di Napoli nel contrastare la criminalità organizzata e nel perseguire i reati di corruzione, anche all’interno delle istituzioni.
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