18 Ottobre 2023

Arresto Tony Colombo e Tina Rispoli: parlano i pentiti e le intercettazioni

In seguito all'arresto, emergono le testimonianze dei collaboratori di giustizia e le intercettazioni che incastra la coppia negli affari del clan Di Lauro

Screenshot da youtube

tony colombo e tina rispoli

ARRESTO TONY COLOMBO E TINA RISPOLI – Nella giornata di ieri c’è stato l’arresto di 25 indagati, con il reato di favorire gli interessi del clan Di Lauro. Tra gli indagati, anche il cantante neomelodico Tony Colombo e sua moglie Tina Rispoli.

In seguito all’arresto, le testimonianze di alcuni pentiti e le intercettazioni telefoniche degli inquirenti, incastrano i coniugi coinvolti negli affari del clan di Secondigliano.

Arresto Tony Colombo e Tina Rispoli: le indagini

Stando alle indagini svolte dai magistrati, dopo l’omicidio di Gaetano Marino a Terracina, la donna eredita gli affari. Nell’ordinanza del gip Luca Della Ragione, inoltre, si legge che «tra tutti gli altri asset, va indicata anche la luminosa carriera del cantante neomelodico».

Colombo si ritrova «fidelizzato al clan con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli». La relazione tra il cantante e la vedova del boss inizia nel 2015, nel 2019 poi si sposano. 

Le attività d’investimento di Tony Colombo e Di Lauro

Nel corso degli anni tanti affari, come l’abbigliamento con marca Corleone. Colombo deposita il marchio e Di Lauro ne diventa socio occulto. Diventa socio occulto anche di alcuni supermercati nei locali di Tina Rispoli e di una boutique di Secondigliano dove vengono venduti i capi griffati Corleone.

I collaboratori di giustizia confermano circa la nascita del marchio e il suo obiettivo: “Vincenzo voleva fare una società con Tina Rispoli eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony, per un marchio di abbigliamento a nome Corleone».

Secondo i magistrati Tony Colombo aveva chiesto a Gaetano Marino dei soldi. Un prestito che la donna ha fatto lievitare. In tutto 500mila euro dati a Tony Colombo, in un rapporto che si evolve in seguito al matrimonio. Dopo le nozze Tony Colombo passa da debitore a protagonista delle attività imprenditoriali di Vincenzo Di Lauro, ad esempio con la bevanda energetica 9mm.

L’attività illecita di sigarette

In seguito, arriva l’attività di sigarette. La camorra mette su un commercio attraverso fabbriche clandestine affidate a manodopera bulgara. Tony trova un capannone in provincia di Roma. Uno di questi, ad Acerra, viene anche finanziato, assieme a Tina con 35 mila euro. Nel 2018 però la Guardia di Finanza interviene e sequestra 18 tonnellate di tabacco.

Nonostante questo l’attività illecita ha continuato nella produzione fino ad oggi.

Il luogo d’incontro degli esponenti della camorra

Stando ad alcune intercettazioni, gli inquirenti ipotizzano che la casa discografica di Tony Colombo venisse utilizzata da Di Lauro per «incontri riservati con esponenti di vertice» di altri clan.

Raffaele Rispoli, in un intercettazione del 2018, racconta che «Enzuccio si doveva incontrare con il figlio di Valentino Gionta» storico padrino di Torre Annunziata, proprio negli studi del cantante. Alla vista di un auto in borghese però Di Lauro e Gionta erano riusciti a scappare «attraverso gli uffici».

In realtà, in quella data i figli di Gionta erano detenuti. «Probabilmente si trattava di un nipote», argomentano i Ros.

Il ruolo di Tina Rispoli

Tina, rilevata nelle intercettazioni, non usa mezzi termini quando reclama la restituzione di un prestito. Dopo un pagamento, lei insieme al marito deride il creditore«Bello, tutto bene. Li abbiamo cambiati e me li sono mangiati pure». Nelle indagini emergono anche presunti episodi di usura da parte del cantante e soprattutto di sua moglie. 

“Devi portarmi i soldi. Ora! Sono soldi miei, soldi che ti ho prestato, altrimenti vado a casa di tua madre e butto tutti dal balcone”. Queste sarebbero le parole pronunciate al telefono da Tina Rispoli, rivolte al socio, recuperate tramite un’intercettazione.

Altre intercettazioni incastrano Tony, che faceva leva sul denaro necessario per finanziare i capi di abbigliamento del marchio Corleone: “Vincenzo mi serve un assegno a sessanta giorni, mi serve per la stamperia di Palma Campania. Ti saluta Tina, servono quei soldi“. Immediata la risposta, con l’ok del boss che, secondo un pentito, «ha interesse a sfruttare mediaticamente il successo di Tony Colombo». 

Il rapporto con la camorra

Questo è un rapporto con la camorra che va avanti da molto tempo, come testimoniano i pentiti Gianluca Giuliano, Gennaro Carra, Salvatore Tamburrino. Lo stesso Gennaro Carra ha dichiarato il debito di Tony nei confronti di Gaetano Marino.

Fonte: Internapoli.it

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