9 Aprile 2024

Amica Chips, stop alla pubblicità delle patatine come ostia

Spot Amica Chips sospeso dall'IAP. Per l'Istituto, la pubblicità delle patatine offende le convinzioni morali, civili, religiose e sulla dignità della persona

frame dalla pubblicità su youtube

amica chips

Il recente spot pubblicitario di Amica Chips è stato bloccato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Trasmesso su varie emittenti televisive e web, la pubblicità in questione è stata oggetto di contestazioni da parte di numerosi utenti.

Nello spot, le famose patatine vengono sostituite all’ostia durante una funzione religiosa. La scena ha suscitato non poche polemiche e oggi è arrivata la decisione dell’IAP.

Spot Amica Chips: cosa ha scatenato la polemica

Dopo numerose polemiche, l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria si è espresso in merito alla campagna pubblicitaria di Amica Chips: “Il divino quotidiano”. Ieri l’associazione di telespettatori cattolici Aiart ne aveva chiesta immediata sospensione. Il contenuto è stato ritenuto offensivo «della sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti».

Nella scena, ambientata in un convento con sottofondo dell’Ave Maria di Schubert, si vede un gruppo di suore novizie avvicinarsi all’altare per ricevere la comunione. Quando la prima riceve ciò che dovrebbe essere l’ostia (nella versione web, una patatina), si sente un forte scrocchio in chiesa.

La novizia, stupita, scopre che un’altra suora sta mangiando le patatine pubblicizzate di Amica Chips nella sagrestia. Il messaggio pubblicitario si conclude con immagini del prodotto e lo slogan “Amica Chips, il divino quotidiano”.

La decisione dell’IAP

Con una nota ufficiale, l’IAP ha chiarito che lo spot di Amica Chips non rispetta l’art.10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il parallelo stabilito nel messaggio tra la patatina e l’ostia deride il significato profondo del sacramento dell’Eucaristia. In questo modo, Amica Chips offende i credenti e non solo.

L’articolo 10 del Codice protegge la sensibilità dei consumatori, che hanno il diritto di non essere offesi nelle loro convinzioni più profonde da campagne pubblicitarie che perseguono solo obiettivi economici. Le decisioni del Comitato si basano su valori assoluti, tra cui il rispetto delle convinzioni religiose, che sono riconosciute come un bene individuale e paritario per tutti i cittadini.

Il provvedimento del Comitato di controllo può essere contestato entro sette giorni dalle parti coinvolte.

Ieri l’agenzia che ha ideato della campagna, la Lorenzo Marini Group, aveva spiegato che in tv era stata mandata in onda una versione più rispettosa ed edulcorata rispetto alla versione originale pubblicata sui social. Evidentemente ciò non è bastato.

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