9 Dicembre 2015

Aldo Inda, “Prigionieri della propria pelle”

Sabato 28 novembre 2015  presso il C.M.A. di Via Cilea, è stato presentato in anteprima nazionale il primo romanzo di Aldo Inda

[ads1] La presentazione del libro di Aldo Inda, iniziata alle ore 17:00 presso il C.M.A., “Centro Musica e Arte”, sito in via Francesco Cilea, 64, al Vomero, è stata  a ingresso libero e si è inserita «in una serie di incontri organizzati dal centro diretti alla valorizzazione dell’arte e della letteratura nel contatto diretto tra chi la produce e chi ne usufruisce», riportando le parole di Daniele Gogliettino, direttore del C.M.A. e anch’egli scrittore e saggista, che ha introdotto la presentazione.

Aldo Inda

Presentazione del libro di Aldo Inda

Aldo Inda, napoletano d’origine ma trasferitosi da diversi anni a Montesilvano in Abruzzo, non è alla sua prima pubblicazione in quanto già autore di commedie in italiano e in napoletano, di farse, fiabe, aforismi e testi di canzoni. Per l’evento è stato accompagnato da Giovanni Maddaloni, dottore di ricerca in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che ha descritto sia l’aspetto narrativo che contestualizzato il libro nel panorama del romanzo storico dal Seicento a oggi.

La trama si snoda spontanea attraverso una narrazione al contempo avventurosa e drammatica, ambientata nella seconda metà dell’Ottocento in tre continenti: Europa, Africa e Asia. La protagonista è Ketty, una giovane inglese che intraprende un viaggio in Africa.
In Guinea conosce Songhai, quello che definirà essere «l’uomo della mia vita». Arriva il tempo di tornare in patria per Ketty, ma viene a sapere che il suo nuovo marito e la figlia sono stati deportati in Louisiana perché scambiati per schiavi. Allora per la protagonista «inizia un lungo calvario ma, pur di ottenere la loro liberazione, commette reati vari, infrangendo le leggi umane e quelle divine», così come ci dice lo stesso Aldo Inda.

Quello che colpisce maggiormente nel romanzo sono le scenografie non solo storiche, ma anche sociali e umane, attraverso le quali la ragazza è costretta a confrontarsi; scenografie che, anche se lontane nel tempo, diventano oggi attualissime tanto da far porgere anche al lettore le stesse domande della protagonista: «Cosa vuole il mondo da me? Che non corra i miei rischi? Che torni da dove sono venuta senza il coraggio di dire “sì” alla vita?» (tratte retro di copertina). Non resta che accettare che il senso della vita passa attraverso una lotta personale nel tentativo di riconoscere il proprio Essere nel mondo.

La presentazione di “Prigionieri della propria pelle” ha visto la presenza di tantissime persone all’interno dell’elegante e funzionale sala che il C.M.A. mette a disposizione per questo genere di eventi, tra i quali si annoverano anche mostre artistiche e fotografie, convegni e seminari. La struttura del centro, nuovissima in quanto nata da poco più di due mesi, offre ancora altre quattro sale attrezzatissime, dove si svolgono regolarmente laboratori di pittura e disegno, scrittura creativa, fotografia e videomaker nonché corsi di musica, come il canto, la chitarra, il pianoforte, il sax e altri strumenti moderni.

Un’idea nuova, originale, che riporta la cultura ad una posizione centrale nel quartiere collinare del Vomero.

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