15 Novembre 2021

Addio a Mario, stroncato per un brutto malore: ecco la sua storia

Addio a Mario, l’uomo di etnia Liberiana amato da tutta la stazione centrale. Nicola Arpaia ne dà l’annuncio

Addio a Mario, un uomo ben voluto da tutti alla stazione centrale. Un brutto male sabato notte ha stroncato la sua vita. A darne l’annuncio è il giornalista Nicola Arpaia, tramite un post sul suo profilo facebook. Ne estrapoliamo alcuni pezzi di seguito per raccontarvi la sua storia.

«Si faceva chiamare Mario dai passanti. Tutti lo salutavano, tutti gli volevano bene tutti. “Un sorriso incoraggiante, una presenza costante, familiare, con la capacità di arrivare al cuore”: così lo descrivono le persone e i pendolari che negli anni hanno imparato a conoscerlo» – scrive Arpaia.

Era Liberiano, e durante le sue chiacchiere con le persone raccontava di quanto fosse stato complicato lasciare il suo paese: “Scappare dalla Liberia non è stato facile. Lasciare la famiglia fa soffrire. Non sentire più il profumo di mare e di campagne è una mancanza di ossigeno”.

«Perché si parte? Perché si affronta il mare in condizioni disumane rischiando una morte atroce? Cosa si lascia alle spalle, costretti a spendere quel poco che si ha per rifarsi una vita in Europa? A queste domande abbiamo tentato di dare una risposta attingendo alla viva voce di chi sceglie il mare come ultima speranza: “Meglio morire in mare che stare in Liberia. In mare si muore una volta sola, se stai in Liberia è come se morissi tutti i giorni”: aveva spiegato lui stesso tante volte» – continua Arpaia nel post.

Mario non mendicava e non chiedeva soldi. Come spiega il giornalista, lui viveva di giorno alla stazione di Napoli e la notte nel dormitorio. Era venuto in Italia nel 2003, tramite mare, come tanti migranti che rischiano la vita. Sabato notte è stato colto da un malore che ha stroncato la sua vita.

«Quella di Mario è la storia di tanti migranti, che riescono ad inserirsi nel tessuto collettivo, su cui troppo spesso la pubblica opinione e l’informazione è indifferente. Storie di un’umanità che sono state anche le nostre storie, durante i nostri flussi migratori alla ricerca di una vita migliore» – continua il post. 
«Napoli oggi perde un suo figlio e mi piacerebbe che alla mia voce si unissero tante altre voci. Grazie Mario, per i sorrisi, le chiacchierate, il confronto e l’entusiasmo che mi hai regalato e ci hai regalato» – conclude.

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