ACCADDE OGGI: 19 settembre 1985 moriva Italo Calvino
Geniale, ironico, brillante, affascinante, profondo, inafferrabile: il 19 settembre 1985 moriva Italo Calvino
Trentacinque anni fa moriva uno tra i più grandi scrittori e intellettuali del Novecento, Italo Calvino. Impegno politico, civile e culturale: questi i tre pilastri della sua vita.
Italo Calvino nacque nel 1923 a Cuba da genitori italiani, dopo tre anni tornò con la famiglia in Italia, a Sanremo, dove trascorse serenamente la sua fanciullezza.
Nel 1944 partecipò alla guerra partigiana, esperienza che lascerà traccia indelebile in molte sue opere.
Nel dopoguerra Italo Calvino militò nel Partito Comunista Italiano e si iscrisse alla Facoltà di Lettere a Torino, città in cui si trasferì.
Collaborò con la casa editrice Einaudi, con la quale pubblicò nel 1947 il suo primo romanzo: “Il sentiero dei nidi di ragno”.
Nel 1952 Calvino pubblicò “Il visconte dimezzato”, che insieme ai successivi “Il Barone rampante” e “Il Cavaliere inesistente” forma la trilogia “I Nostri antenati”.
Nel 1962 conobbe la traduttrice argentina Esther Singer, che due anni più tardi sposò.
Alla fine degli anni Sessanta si trasferì a Parigi e, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, pubblicò le sue opere più importanti: “Il castello dei destini incrociati”, “Le città invisibili”, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Palomar”.
Morì improvvisamente nel 1985, mentre stava lavorando alle “Lezioni americane”, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere quell’anno ad Harvard, ma che usciranno postume.
“Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienza, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili“, così scrive in “Lezioni americane” provando a rispondere ad una delle domande più ataviche dell’uomo.
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