5 Dicembre 2019

Marco D’Amore racconta L’Immortale – VIDEO

FOTO DI: NAPOLI.ZON

Alla prima del film “L’Immortale”, Marco D’Amore racconta la genesi, la storia e i tormenti del personaggio di Ciro Di Marzio

Nel giorno della sua uscita nelle sale, il film “L’Immortale” è stato presentato questa mattina a Napoli, al cinema Metropolitan. Al termine della visione, Marco D’Amore, attore e regista, ha presentato all’Hotel Vesuvio, quella da lui definita “un’impresa”.

Oltre al regista, erano presenti alla conferenza stampa i membri del cast: Giuseppe Aiello, che interpreta Ciro da bambino, Giovanni Mastarella, Gennaro Di Colandrea, Marianna Robustelli, Valentina Elia, Martina Attanasio, Salvo Simeoli e Nunzio Coppola. Nella presentazione, Marco D’Amore aggiunge: «questi ragazzi sono la testimonianza che questa terra è una fucina di talenti. Napoli abbonda di talento».

L’ossessione per il personaggio di Ciro

Senza che nessuno potesse immaginarlo, dall’ultima scena della terza stagione di Gomorra – La serie – quando il corpo di Ciro si inabissa nelle acque del Golfo di Napoli – parte la pellicola. Insomma, Ciro è vero che l’Immortale non lo uccide nessuno.

Ma l’idea ha origini lontane, ben prima di quello sparo: «grazie alle ossessionispiega marco damoreMarco – che ho maturato negli anni intorno a questo personaggio a cui ho sempre dato la dignità e le dimensioni del grande protagonista. Queste ossessioni si sono tramutate nella scrittura perché ho buttato giù delle storie parallele».

Chiaramente, si tratta di ossessioni di tipo narrativo e artistico: Marco D’Amore ribadisce di aver amato e odiato Ciro, di essere annegato con lui e poi risalito. «Mi ha insegnato anche a non giudicare – continua – perchè avevo molti pregiudizi rispetto ad un certo tipo di esistenze, invece ho capito. La vita è fatta di possibilità, io le ho avute, Ciro no».

Un ponte: tra tv e cinema, tra quarta e quinta stagione, tra passato e presente

L’Immortale è un’impresa, dal punto di vista produttivo, perché è un ponte tra la televisione e il cinema nonché un generatore di altre storie. Un viaggio di andata e ritorno che parte dal cinema, con Gomorra il Film, approda in TV attraverso la serialità e conduce gli spettatori nuovamente nelle sale cinematografiche.

«Nel nome “Immortale”, apparso dalla prima puntata di Gomorra – spiega Riccardo Tozzi, produttore – c’è sempre stato dell’incompiutezza, del non detto che meritava di essere raccontato».

Il film è stato definito uno spin-off della serie: per la prima volta, la cinematografia entra nella narrazione. «È un ponte tra le due stagione perché si sviluppa, almeno per quanto riguarda la parte contemporanea, in parallelo con la quarta stagione di Gomorra. Questo implica novità, quindi rischio», queste le parole di Leonardo Fasoli, sceneggiatore.

Perché scegliere di riportare l’Immortale in vita?

Da quella scena sulla barca, dopo lo sparo da parte di Genny, i fan del personaggio non potevano credere alla morte di Ciro Di Marzio. In tanti speravano in un ritorno dell’Immortale ma Gomorra non fa sconti: nel corso delle puntate tanti personaggi – più o meno centrali – sono morti.

Continua lo sceneggiatore Leonardo Fasoli: «abbiamo visto morire anche i personaggi più importanti. Ciro è l’esaltazione di questo destino: nessuno sopravvive a Gomorra, neanche L’immortale che infondo tanto immortale non è». Perché la scelta di riportarlo in vita?

«Gomorra non implica la morte di tutti i personaggi, implica la dannazione e per Ciro la dannazione non è la morte ma restare in vita. Questo personaggio nella morte avrebbe trovato la liberazione. L’immortale non è andato contro le regole di Gomorra, ma le ha rafforzate», risponde.

Il messaggio del film

Parti fondamentali de “L’Immortale” – e lo si nota fin dalla locandina – sono i flashback di Ciro nel passato, nella Napoli degli anni 80. Ciò ci consente di soffermarci, con l’aiuto del produttore Riccardo Tozzi, su quanta attenzione bisogna portare al mondo dell’infanzia.

Ciro ha perso entrambi i genitori da piccolissimo – aveva solo 21 giorni -, è cresciuto tra i piccoli furti, senza una casa e una guida su cui contare. «Si capisce – dice – nel rapporto tra passato e presente di Ciro che dei bambini normali tutti gli altri vivano un processo che può renderli dei mostri».

Il confine tra il detto e il non detto: i silenzi di Ciro

Terminata la conferenza di presentazione de L’Immortale, Marco D’Amore si è fermato a rispondere ad alcune domande. Soffermandoci su una delle caratteristiche principali del suo personaggio, i silenzi e gli sguardi, abbiamo cercato di capire perché tante volte Ciro lascia spazio al non detto per dire tante cose. Ecco l’interessante risposta:

 

Per vedere la Conferenza Stampa completa, clicca qui.

 

L’Immortale è una produzione Cattleya – parte di ITV Studios – con Vision Distribution in collaborazione con SKY, TIMVISION e Beta Film e uscirà nelle sale il 5 dicembre 2019 distribuito da Vision Distribution.

 

 

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