Maradona, l’idolo calcistico e l’uomo dietro il pallone
Maradona, il dio del calcio, è adesso in Russia per assistere al Mondiale di calcio 2018
Maradona è da sempre considerato uno dei, se non il re del calcio. L’idolo dei ragazzi che per la prima volta toccano un pallone, un idolo del popolo napoletano e del calcio mondiale.
Il noto personaggio è adesso in Russia per assistere al Mondiale di calcio 2018. La sua Argentina non ha iniziato il Mondiale come avrebbe dovuto: ha, infatti, pareggiato la gara d’esordio contro l’Islanda che ha tenuto il risultato con le unghie e con i denti e ha poi perso per tre reti a zero contro la Croazia, giocando una delle partite meno luminose della sua storia al Mondiale.
La scossa morale del club allenato dal ct. Sanpaoli è arrivata nella gara decisiva per le qualificazioni agli ottavi del Mondiale. L’Argentina ha infatti vinto negli ultimi minuti della gara, con un grandissimo gol di Rojo, che ha ridato alla squadra albiceleste la giusta grinta per andare avanti in questa edizione del Mondiale.
Il comportamento di Maradona, nel corso della partita, è stato quantomeno bizzarro: per 90 minuti ha incitato la sua squadra al punto tale da sentirsi male, avere uno svenimento prima della fine del primo tempo e, verso la fine della gara, ha esultato in modo smisurato. Il calciatore più amato dai tifosi napoletani ha, infatti, fatto un gestaccio ad un supporter della Nigeria che, durante il corso della gara aveva provocato, l’ex bomber esultando al gol della sua squadra.
Maradona continua ad essere sempre la figura più amata nel mondo del calcio e adesso vorrebbe anche essere in campo, per dare una mano ai giocatori della sua nazionale, con la quale ha vinto anche un Mondiale; eppure, la condotta del goleador argentino è fortemente in contraddizione con quella tipica di un “modello da seguire”.
La cosa che fa piacere a tutti, però, è proprio quella di vedere Diego ritornare ad essere così: spontaneo, allegro e tifoso. E se rivederlo più distaccato, disteso e solare potesse contribuire ulteriormente a migliorare la sua immagine? O non c’è davvero nulla da cambiare nemmeno nell’uomo dietro il mito calcistico?
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