Bacoli, sfondati i vetri delle auto del consigliere Radice e dell’attivista Di Muro
Vandalizzate le auto del neo eletto consigliere comunale di Bacoli Alessandro Radice e dell’attivista di Freebacoli Tito di Muro. Si presume l’intimidazione
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Non è stato un bel risveglio per Bacoli. Questa mattina infatti in Via Boccaccio, una delle tante traverse che collegano Via Cerillo a Via Lungolago, sono state danneggiate le automobili del neo eletto consigliere comunale di Bacoli, Alessandro Radice, e dell’attivista di Freebacoli, Tito Di Muro.
Le rispettive utilitarie, una Seicento ed una Toyota Aygo, sono state ritrovate con il vetro del lato guida sfondato. Si tratterebbe di un atto intimidatorio, vista la presenza di molte altre auto in sosta sulla strada. I carabinieri del comando di Bacoli stanno effettuando i dovuti accertamenti e indagando sull’accaduto.
Come riportato da alcuni giornali locali, non è la prima volta che gli attivisti di Freebacoli sono oggetto di minacce e vandalismo. Il neo eletto sindaco, Josi Gerardo Della Ragione, quando era in carica come consigliere comunale lo scorso anno, è stato uno tra i tanti: un incendio doloso colpì la salumeria Illiano di via Sant’Anna, nei pressi dell’omonima chiesa, nel cuore del comune, esercizio commerciale gestito dal padre di Josi stesso. Nel 2012 invece fu la volta di Alessandro Parisi, oggi assessore della giunta di Bacoli, colonna portante di Freebacoli, al quale in piena estate, bruciarono l’auto in via Poggi.
“La traversa di Via Boccaccio è una strada solitamente tranquilla – affermano i residenti – episodi come questo non sono mai avvenuti”.
Il sindaco ha commentato l’accaduto con un post su Facebook: “Vivono da anni in città, e prima di oggi non gli era mai accaduto nulla del genere. A loro, la nostra solidarietà.”
Alessandro Radice, il consigliere comunale vittima della vicenda ha ringraziato tutti per i commenti solidali: “Grazie infinite per la solidarietà. Questa catena che mi si forma pian piano attorno mi fa capire solo una cosa: vado avanti più determinato che mai!“
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