Il pianto della vittima è finito, azzeriamo tutto. Di nuovo
Il martedì di Coppa Italia è dimenticato, Napoli e il Napoli sono già proiettati verso la sfida di Roma. Possiamo quindi rassicurare gli “amici” di Libero e quelli di Tuttosport: il pianto della vittima è finito. Di nuovo, come sempre. Perché in Italia si parla solo per parlare, non per cambiare le cose. Però un sassolino dalla scarpa ce lo togliamo, noi, ospiti del nostro stesso paese
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Stop Al Pianto
La Napoli azzurra e il Napoli sono ancora adirati dopo gli avvenimenti del martedì di Coppa Italia.
La sfida con la Juventus, viziata da due rigori e condizionata dal risultato in vista del ritorno, ha sollevato strascichi polemici e risvegliato l’orgoglio della città colonizzata dal Nord ricco e “civilizzatore”.
Gli “amici” di Libero e quelli di Tuttosport ci hanno ricordato che siamo dei falliti piagnoni, rimarcando quanto a Napoli non abbiamo voglia di lavorare e quanto viviamo alle spalle di chi va “a lavurà” tutti i giorni. Naturalmente, solo quelli di Milano, Torino e del triangolo industriale.
Dopo quella sfida, persino il direttore di Libero, Vittorio Feltri, aveva voluto dire la sua. Chi si doleva della regolarità di quella sfida e opponeva legittimi dubbi al fatto che la gara fosse stata arbitrata in maniera onesta al 100% era stato definito un piagnucoloso seccante.
Feltri si è però dimenticato di spiegare se il suo attacco era riferito ai soli napoletani tifosi del Napoli. Non abbiamo capito se nell’elenco erano inclusi pure quelli che parteggiano per le squadre del nord o meno. E se questi ultimi sono solo napoletani o di tutto il resto del meridione.
Non si capisce, perché a leggere Libero: “i partenopei sono assenteisti ma pretendono più assunzioni“. “Nel pubblico sono il doppio del Nord“. “Se perdono attaccano l’arbitro anche se hanno torto“. Poi, però, Feltri non ce la fa a limitare il suo razzismo e allora se la prende pure con la Sicilia: “In Sicilia pagano l’assistenza pure ai morti“. “Lombardi e Veneti esasperati“. “Non se ne può più“.
Non voglio in questa breve sede ricordare a Feltri cosa è successo in Lombardia dai tempi di Tangentopoli fino alle tangenti sui lavori per le difese di Como dal Lario. Né cosa hanno fatto a Venezia per proteggere la città lagunare dai rischi dell’acqua alta. Feltri lo sa bene. E d’altronde Napoli è ben memore che la storia la scrivono i vincitori.
Il sassolino…
A lungo andare, onestamente, stufa anche il ripetere quotidianamente la storia dei ribelli del Regno di Napoli. Ribelli contro il Regno di Piemonte e poi appellati briganti.
Dopo un po’ occorrerebbe mettersi in piedi e far seguire alle chiacchiere i fatti.
Visto che lombardi e veneti sono esasperati dal Sud e dalla Napoli fannullona, potrebbero benissimo costituire un loro stato a sé. Così come Napoli e il Sud potrebbero costituirsi il loro. Tanto, la panzana dei “Fratelli d’Italia“ puzza di fesseria da lontano un miglio.
Al Nord sanno che senza il Sud che compra i prodotti delle loro fabbriche non sarebbero competitivi in Europa. E il Sud, con Napoli in testa, potrebbero pure decidere di rispondere coi fatti alle continue offese razziste dell’altra parte di paese.
Invece, nessuno fa niente.
Rassicuriamo perciò i nostri presunti amici di Libero e pure quelli di Tuttosport. Il “piagnisteus meridionalis” è finito. A Napoli già pensiamo alla Roma.
Però, cari miei, prima di domani, un sassolino dalla scarpa lasciatecelo togliere.
Prendete “El Mundo Deportivo“, giornale spagnolo non certo vicino al calcio Napoli. Pure loro hanno segnalato lo scandalo. E si sono chiesti: “Perché non si fa niente, in Italia?”. La risposta? Perché siamo il paese delle chiacchiere. Il paese dove solo la Juventus ha il diritto di vincere. Perché loro sono quelli per bene. L’immagine dell’Italia che lavora.
Una vittoria del Sud fannullone sarebbe impensabile, specie ora che Milan e Inter sono digiune da troppo tempo.
A che servono le proteste dei piagnoni del Sud? In fila, zitti e muti come pecore!
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