Napoli, avvocati accampati davanti al tribunale. Ecco perché
A Napoli, numerosi avvocati si sono accampati davanti al tribunale del Centro Direzionale. 18 giorni senza mangiare né dormire
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A Napoli, un gruppo di avvocati si sono riuniti per protestare di fronte al palazzo di Giustizia del Centro Direzionale.
Il gruppo capeggiato da Salvatore Lucignano, 38 anni, hanno organizzato a turno di digiunare e trascorrere la notte fuori al palazzo.
Non tutti gli avvocati hanno partecipato all’iniziativa, in particolar modo quelli più anziani, perché si vergognavano. L’imbarazzo di essere visti e giudicati era alto.
Concezione che non ha fermato i più temerari. Sui social, difatti girano foto e video che mostrano striscioni, avvocati imbacuccati, stesi a terra mentre presidiano in coppia l’ingresso del tribunale.
La protesta è contro la Cassa Forense che chiede agli avvocati il pagamento di 3800 euro l’anno di contributi obbligatori. E alla fine ricevere, forse, una misera pensione di 6700 euro.
Difatti a causa di questo pagamento molte persone hanno dovuto abbandonare la propria professione, cancellandosi dall’Albo o l’autosospensione.
Inoltre il gruppo di protesta fa parte del Nad, Nuova avvocatura democratica, di cui Lucignano è il segretario nazionale.
Lucignano, come asserisce nel Corriere del Mezzogiorno, che avevano proposto di tagliare i contributi previdenziali al Congresso nazionale forense. Ma questi risposero che era inammissibile perché non era d’interesse alla categoria. In realtà l’interesse c’è visto che al Nad hanno asserito più di 200 persone.
Lo stesso presidente dell’Ordine degli avvocati, Armando Rossi, ha affermato che occorre ripristinare i minimi tariffari e ridurre gli oneri, ma anche cercare nuove opportunità professionali perché solo così si può affrontare una situazione difficile per tanti colleghi.
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