Paolo Sorrentino :” Maradona mi ha salvato la vita”
Paolo Sorrentino, regista del “La grande bellezza” e “The Young Pope”, ha raccontato la sua vita partenopea. Napoli, una città d’amare ma piena di pericoli
Dopo la prima puntata di “The Young Pope“, il regista Paolo Sorrentino è stato intervistato dal Corriere del Mezzogiorno. Intervista in cui il regista napoletano ha raccontato la sua vita e il rapporto con la sua città Napoli.
Paolo Sorrentino, oltre ad essere il regista Premio Oscar del “La Grande bellezza”, è un devoto di Maradona, l’ex pallone d’oro del Napoli.
Difatti Sorrentino dichiara nell’intervista che Maradona gli ha salvato la vita. Il week-end della partita Empoli-Napoli, Sorrentino non andò in montagna dai suoi genitori ma si recò allo stadio a vedere la partita.
Ma fu proprio in quel fine settimana che il regista perse i suoi genitori avvelenati dal monossido di carbonio. Incidente causato da una stufa.
Quello fu un periodo confusionale per lui che non sapeva quale percorso di studi affrontare, anche se alla fine si avvicinava sempre più al cinema. Inoltre egli afferma che è stato Maradona a spingerlo verso lo spettacolo dopo il periodo buio.
Su Napoli, Sorrentino dice ai giornalisti del Corriere :”Una città molto amata, percorsa da una violenza esasperante. Mi sono trasferito a Roma quando sono diventato padre: mi spaventava che i miei figli crescessero là”.
Racconta anche della sua prima volta al San Paolo per vedere il Napoli con l’allenatore Vinicio, detto “’o lione”.
Sorrentino non ha mai conosciuto Maradona, racconta di avergli parlato soltanto pochi secondi, quando lo chiamò sull’aereo che stava per decollare da Los Angeles dopo l’Oscar. Evento che ha inserito in una scena nella serie tv.
Parla anche di Messi, dicendo che non avrà mai il carisma di Diego. Frequentava i boss, seminava figli.
“È vero. Anche lui un cattivo. Ma il vizio faceva parte del suo carisma”.
Inoltre, il regista rivela anche che nella semifinale del 1990 Italia-Argentina ha tifato Argentina e dice “Come tutto il San Paolo: Argentina. Non puoi tifare contro l’uomo che ti ha salvato la vita”.
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