Loreto Mare: medico aggredito nella notte
Ospedale Loreto Mare di Napoli, medico aggredito nella notte. Primario aggredito dai familiari di una paziente, mentre le stava effettuando un elettrocardiogramma.
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E’ successo nella notte tra domenica e lunedì, un medico medico, colpito al volto per aver invitato i pazienti di un’ammalata ad allontanarsi dall’area medica. L’ennesimo episodio di violenza in corsia, un’altro era avvenuto in giugno, si è verificato tra le mura dell’ospedale Loreto Mare, vittima, questa volta, il primario del pronto soccorso.
«Abbiamo prestato soccorso in condizioni di estremo disagio perché mancavano le barelle e siamo arrivati al punto di chiedere alla centrale operativa del 118 di non farci arrivare ambulanze perché non sapevamo come sistemare i pazienti», racconta Alfredo Pietroluongo, da quattro anni responsabile del pronto soccorso cittadino che detiene il drammatico record per la frequenza con cui si verificano aggressioni contro il personale sanitario.
Tra le misure d’emergenza adottate da parte di medici e infermieri, la scorsa notte, sono state utilizzate le barelle delle ambulanze prese in prestito, per effettuare le visite del pronto soccorso, inclusa quella della signora napoletana sottoposta ad elettrocardiogramma. «C’erano molti familiari nell’area medica dove è permesso l’ingresso di un unico parente –continua Pietroluongo– quando ho chiesto al gruppetto di allontanarsi sono stato aggredito a cominciare da un pugno dritto in faccia».
Prima del pestaggio, il medico era stato insultato e minacciato verbalmente per l’attesa e perché i parenti pretendevano di poter occupare l’area medica. Il presidio di via Vespucci detiene il record di aggressioni allo staff sanitario, ed ultimamente la carenza di barelle disponibili ha aumentato la rabbia degli utenti e gli episodi di aggressioni. In sostanza, le barelle del pronto soccorso vengono impiegate nei ricoveri degli affollatissimi reparti, lasciando sguarnita l’area di emergenza.
«Nel verbale della polizia non solo abbiamo denunciato l’aggressore – ha spiegato il medico – ma abbiamo anche fatto documentare la situazione in cui lavoriamo, in totale assenza di barelle e con la necessità di inviare fax al 118 per non far arrivare ambulanze».
Il medico ha sporto denuncia presso la polizia, identificando anche l’aggressore.
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