Giulia Cecchettin, Turetta in aula per l’interrogatorio: le accuse
L’accusa di premeditazione, la strategia della difesa e il confronto atteso con il padre della vittima.
Giulia Cecchettin – Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è oggi in aula per l’interrogatorio davanti alla Corte d’Assise di Venezia.
Il processo si concentra su alcuni elementi chiave: la possibile premeditazione, la strategia della preordinazione e le testimonianze cruciali. Tra queste, per la prima volta, ci sarà l’incontro in aula tra Turetta e il padre della vittima, Gino Cecchettin.
Giulia Cecchettin: confronto con il padre e accuse di premiditazione
Secondo l’accusa, Turetta avrebbe pianificato l’atto nei minimi dettagli. Una nota trovata sul suo smartphone sembra indicare una preparazione meticolosa. Comprendeva mappe, strumenti e vari materiali da utilizzare. Tra questi, c’erano coltelli e scotch, poi trovati in auto vicino al luogo del delitto.
Tuttavia, la difesa sostiene che questo elenco non dimostra una volontà premeditata. Anzi, parla di “preordinazione” – cioè la preparazione degli strumenti senza un proposito costante di uccidere.
La confessione
Turetta aveva confessato il delitto a seguito dell’arresto, scrivendo anche una lunga lettera ai suoi genitori in cui dichiarava di non aver mai immaginato che la situazione potesse degenerare in tragedia. La confessione e il comportamento processuale potrebbero attenuare la sua posizione. Tuttavia, la premeditazione, insieme a stalking e crudeltà, sono aggravanti pesanti. Questi elementi potrebbero portare a una condanna all’ergastolo.
Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, sarà presente durante l’interrogatorio. Ha sempre evitato di manifestare sentimenti di vendetta e ha affermato di avere fiducia nella giustizia, lasciando ai giudici la decisione su una possibile condanna.
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