Operatrice sanitaria aggredita a pugni da un paziente. “Un calvario”
Veronica, operatrice sanitaria brutalmente aggredita da un paziente che le ha rotto il naso a pugni. "Calvario fisico e psicologico"
A raccontare i fatti è proprio lei, Veronica C., l’operatrice sanitaria che, durante il suo turno di lavoro, è stata brutalmente aggredita da un paziente. “Mi sono sentita violata come donna e come professionista”. Inizia così, con queste parole forti il suo racconto. Lei, operatrice all’ospedale Cardarelli di Napoli, ha vissuto un incubo, quello che ormai purtroppo vivono in moltissimi suoi colleghi, professionisti nel settore sanitario. Il suo sfogo attraverso la pagina Nessuno Tocchi Ippocrate: “Durante la seconda notte di reperibilità presso il reparto di PS/OBI, tra il 21 e 22 giugno verso le ore 02.05 circa, mentre cercavo di dare assistenza e prestare cura, insieme a due colleghi oss, ad un paziente ricoverato in OBI quest’ultimo mi aggrediva dapprima minacciandomi e, non pienamente soddisfatto, mi sferrava inoltre un violento pugno in volto, colpendomi gravemente il naso”.
Operatrice sanitaria aggredita da un paziente, il racconto
“Dopo, quando sono tornata a prendere i miei effetti personali, lo stesso paziente continuava a minacciarmi in napoletano dicendo “sei ancora qua? Neanche te ne sei andata? Ti è piaciuto il pugno?!” A seguito dell’aggressione ho riportato la rottura delle ossa nasali e deviazione del setto nasale, oltre alla prostrazione psicologica (che più difficilmente si rimarginerà) legata alla violenta condotta subita a mio scapito e, di riflesso, a scapito di tutti i professionisti nel settore sanitario. I danni fisici subiti necessiteranno di un intervento chirurgico mentre i danni morali connessi alla violenza subita nello svolgimento delle funzioni, o a causa di esse, resteranno per sempre”, ha continuato.
Ha concluso così il suo racconto: “La cosa più avvilente è la sensazione di essermi sentita violata come persona, come donna, come professionista. Ho sempre lavorato con senso di abnegazione, cura ma soprattutto nel rispetto delle funzioni e dell’altrui persona e quindi dell’utenza. Quanto mi è accaduto è la moneta con la quale mi hanno ricambiato. Sto vivendo un calvario fisico, psicologico e burocratico indescrivibile e che non auguro a nessuno, tanto meno ai miei colleghi. E proprio questa è la mia speranza: dare ascolto a quella voce che, ahimè da troppo tempo, dice stop alla violenza in corsia!”
Fonte: NapoliToday / Credit foto: Wikipedia
Ti potrebbe interessare anche l’articolo: Aggressione a Chiaia, paziente contro medico e infermiera: il motivo
ARTICOLO PRECEDENTE
27enne travolta e uccisa da un’auto mentre passeggiava con le nipotine
ARTICOLO SUCCESSIVO
Bimbe violentate dal nonno, la mamma era d’accordo. Due arresti