Pescivendolo ucciso a Boscoreale, arrestato l’ultimo dei rapinatori
Pescivendolo ucciso a Boscoreale: finisce in carcere l'ultimo, ancora libero, dei 4 indagati per la morte di Antonio Morione
Pescivendolo ucciso a Boscoreale: Finalmente il cerchio si chiude e giustizia è fatta. Tutti e quattro i membri della banda di rapinatori, responsabili della morte di Antonio Morione, sono dietro le sbarre.
I carabinieri di Torre Annunziata hanno notificato una misura cautelare in carcere a Francesco Acunzo, l’unico delle persone indagate ancora in libertà.
Pescivendolo ucciso a Boscoreale: la ricostruzione dei fatti
Era il 23 dicembre 2021 quando una banda di quattro rapinatori prese di mira la pescheria “I Delfini” dell’allora 41enne Antonio Morione, a Boscoreale in provincia di Napoli.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Morione si era ribellato ai criminali, in particolare quando uno dei rapinatori aveva puntato la pistola contro sua figlia. Per metterli in fuga e attirare l’attenzione su di sé, il pescivendolo aveva squarciato uno degli pneumatici dell’auto della banda con un coltello.
Pescivendolo ucciso a Boscoreale – Era riuscito nell’intento: la banda si era data alla fuga, ma nel mentre aveva esploso diversi colpi di pistola, uno dei quali aveva centrato Morione alla nuca, ferendolo a morte.
Il caso risolto dopo due anni
Dopo due anni dall’omicidio, l’8 dicembre 2023 è stato arrestato il primo dei quattro, il 31enne Giuseppe Vangone. Secondo l’accusa, infatti, era stato proprio lui a premere il grilletto della pistola dalla quale era partito il colpo fatale.
Dopo di lui, sono finiti agli arresti anche altri due componenti della banda criminale: Angelo Palumbo e Luigi Di Napoli. Quest’ultimo già detenuto con l’accusa di avere pianificato l’omicidio di un avvocato che, a suo parere, non lo aveva difeso adeguatamente in una precedente vicenda giudiziaria.
Pescivendolo ucciso a Boscoreale – Si può dire che oggi il cerchio si sia finalmente chiuso. La misura di custodia cautelare è così arrivata anche per l’ultimo della gang, Francesco Acunzo, al termine di un iter giudiziario caratterizzato da una serie di istanze al Tribunale del Riesame e alla Corte di Cassazione, presentate da un lato dai carabinieri di Torre Annunziata e dagli inquirenti coordinati dal procuratore Nunzio Fragliasso, dall’altro gli avvocati degli indagati.
Quella fatidica notte, inoltre, la banda avrebbe compiuto un altro raid ai danni della pescheria “La rosa dei venti”, che si trova a qualche centinaia di metri di distanza, il cui titolare era il fratello di Antonio Morione.
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