I Suonno d’Ajere all’Auditorium Novecento presentano il nuovo singolo
Tre giovani autori e musicisti che provano un amore smisurato per la canzone napoletana classica
I Suonno d’Ajere, il trio di musicisti partenopei, presentano il nuovo singolo all’Auditorium Novecento anticipando il secondo album.
Ripropone un brano della canzone macchiettista partenopea, il gruppo napoletano Suonno d’Ajere, dal titolo ‘E ggioche ‘e prestiggio, disponibile dal 22 gennaio 2024 sulle maggiori piattaforme digitali al link Pre- Save.
Il nuovo singolo, che anticipa il secondo album in uscita per Italian World Beat, verrà presentato in anteprima il 21 gennaio alle ore 19.00 presso l’Auditorium Novecento, via De Marinis a Napoli.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 8 euro, prenotabile sul link Etes.
I Suonno d’Ajere e ‘E ggioche ‘e prestiggio
‘E ggioche ‘e prestiggio è un brano ripreso e rivisitato dalla canzone macchiettistica napoletana scritta nel 1955 dal duo Pisano-Cioffi e interpretato originariamente da Nino Taranto per poi essere ripreso da grandi interpreti del genere come Aldo Tarantino e Vittorio Marsiglia.
L’incisione di riferimento è quella di Nino Taranto ed il testo riporta diverse dizioni e storpiature usate dal celebre attore e cantante, massimo interprete del repertorio comico, canoro partenopeo. L’arrangiamento si arricchisce di elementi rumoristici (putipu’, fischietto, campanellino) volti ad esaltare la comicità del brano.
Il trio Suonno d’Ajere, formato da Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola, mandoloncello, cori) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica) pubblicheranno il secondo album il 5 aprile in Italia e su tutte le piattaforme digitali, successivamente in Francia, Germania, Benelux, Regno Unito e Giappone.
I Suonno d’Ajere si sono consacrati come i nuovi ambasciatori della canzone napoletana all’estero.
Un trio interessante e appassionato che, attraverso un’attenta ricerca negli archivi della musica napoletana, riesce a recuperare brani, anche minori, reinterpretandoli con un vigore straordinario e una lodevole competenza.
Tre musicisti che creano un punto di connessione tra il classicismo mediterraneo e la volontà di rendere la musica napoletana contemporanea e soprattutto eterna.
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