Casa Surace: la grande famiglia nella Certosa di Padula
L'intervista a Casa Surace: Simone Petrella, co-founder e Renata Perongini, producer, raccontano
Casa Surace alla Certosa San Lorenzo di Padula propone l’appuntamento: Sagra Surace, ogni Sagra è Paese. È la novità della famiglia degli arcinoti studenti fuori sede che con una spiccata genialità traspongono il proprio pubblico da uno spazio virtuale ad un contesto reale.
E’ la prima volta che i Surace organizzano un evento dal vivo.
Uno spazio reale, Casa Surace, connesso finora virtualmente con il mondo social e you tube attraverso proposte culturali e artistiche trasfuse con l’uso di una satira leggera ed una comicità che potesse arrivare a tutti. La competenza e la dimestichezza dei Surace nell’uso della rete come mezzo di comunicazione diretta e spontanea è riuscita nel tempo ad ampliare relazioni e scambi culturali tali da ampliare la rete dei fan sul web creando una famiglia altamente allargata. Un pubblico sempre più attratto e collegato con la Casa.
L’evento è così intrigante che ho deciso di intervistare Simone Petrella, co-founder e content creator di Casa Surace e Renata Perongini – producer freelance
Ad un certo punto della vostra esperienza avete sentito l’esigenza di uscire fisicamente dalla rete e d’incontrare dal vivo il vostro pubblico in maniera dinamica e allargata per rivivere fuori ciò che succede nella Casa. Cosa vi ha spinto ad uscire?
Renata Perongini: Dall’inizio della nostra esperienza abbiamo portato la nostra realtà fisica in un luogo digitale. Da studenti fuori sede abbiamo sempre ripreso nei video e condiviso sulla rete ciò che accade realmente nella famiglia della Casa Surace. Realtà fisiche tangibili trasposte sulla rete: la condivisione di tavolate con gli amici, tanti momenti con persone con cui si è venuti a contatto e che abbiamo ospitato nella casa. Momenti di condivisione delle tradizioni, della cultura appartenenti al Sud ma non solo.
Simone Petrella: Se proprio vuoi sapere cosa ci ha fatto uscire fuori dalla casa: è la fame! Essendo studenti fuori sede quando hai fame devi uscire per forza, ad un certo punto. Fame di varie cose. E poi, diciamocelo, il periodo di chiusura ci ha dato una gran voglia di organizzare un evento del genere anche perché il nostro mondo digitale è contornato da molti affetti e da grande partecipazione del pubblico con la sensazione di stare sempre vicini. Abbiamo pensato che era giunto il momento di stare vicini fisicamente.
Il vostro progetto Sagra Surace ha attualmente come obiettivo d’incontrarsi fuori, in uno spazio pubblico. Trasferite le vostre esperienze e competenze in una sede importante, patrimonio dell’ Unesco, nella Certosa di San Lorenzo a Padula. Un progetto velleitario e coraggioso! Pensate che il trend futuro sia quello d’incontrarsi più spesso dal vivo, ovvero gli incontri allargati saranno più in presenza e meno virtuali?
Simone Petrella: Noi, i Surace, ci siamo tutti conosciuti ed incontrati in ambienti reali spesso anche nelle sagre, in un mondo di persone fisiche dove sono stati condivisi momenti. Momenti che, poi, con le svariate competenze e capacità creative ed artistiche sono stati raccontati e rivissuti per essere trasmessi. Per questo abbiamo sentito il bisogno di proporre una sagra per vivere un momento di aggregazione molto forte che collegasse “realmente” la grande comunità Surace. È l’inizio di un percorso. Abbiamo scelto di organizzare il grande incontro attraverso una sagra perché rappresenta un evento tradizionale che può essere trasmesso e quindi vissuto anche da chi le sagre le ha conosciute solo attraverso i racconti. Una sagra a cui abbiamo dato un taglio nostro che si interpone tra la tradizione e l’innovazione
Di chi è stata l’idea della Sagra Surace?
Renata Perongini: di Casa Surace. Un po’ di tutti. Luca Persichetti che si definisce il nostro Portinaio, un po’ più del Nord di noi, occupandosi di marketing ha attivato e messo a sistema il progetto.
Simone Petrella: La scelta del luogo è scaturita dall’accoglienza ricevuta dagli abitanti del Vallo di Diano in tanti anni ed abbiamo voluto, così, restituire alle persone ed ai luoghi, che ci hanno dato tanto, una visibilità. Il Vallo di Diano è un luogo bellissimo e incontaminato, ricco di storia, cultura e natura ma ancora troppo poco conosciuto.
Come è strutturata Sagra Surace, è legata espressamente alla musica, ai giochi e agli spettacoli della tradizione locale?
Simone Petrella: Molti momenti sono esportati da Casa Surace, come i giochi fatti all’interno della casa, i momenti di spettacolo e le trovate umoristiche ma sono stati proposti anche molti interventi che si rifanno alla tradizionale locale, che si coniugano perfettamente con quelli tratti da Casa Surace. Per esempio le serenate personalizzate e improvvisate, i momenti musicali di artisti locali e nazionali, noti e meno noti, indicati da Roy Paci, direttore artistico dell’evento, che si mescolano con il pubblico. Insomma una grande famiglia in una grande casa, la Certosa.
Le proposte culinarie del menù sono molto divertenti, soprattutto lo stand del nord che su tre portate ne presenta due del centro Italia: lo gnocco fritto con salumi e il formaggio fritto. La scelta di tale accorpamento scaturisce dal luogo comune meridionale di considerare Nord Italia il territorio che parte da Roma ed arriva a Milano?
Simone Petrella: Perchè? Non è così?
Renata Perongini: Il menù del nord è stato pensato da un noto chef del nord Fabrizio Camer che ha condiviso con Casa Surace tanti momenti. Tra le pizze però ci sono una pizza del Centro e anche una pizza del Nord, inventata da Roberto Valbuzzi, Chef e Patron del ristorante Crotto Valtellina, che contiene svariati prodotti locali settentrionali.
Sagra Surace alla Cerosa di Padula sarà il punto di partenza di un tour di sagre e feste? Saranno solo territoriali o anche nazionali?
Simone Petrella: Ma anche universali!
Renata Perongini: Noi speriamo di esportare il format fuori dalla Campania ma magari anche fuori dall’Italia, all’estero, in svariate località.
Il format della Sagra sarà legato sempre alla valorizzazione di un sito culturale?
Renata Perongini: Ce lo auguriamo
Simone Petrella: Ci piacerebbe trovare sempre posti suggestivi
È nato prima il vostro sogno da realizzare o Casa Surace?
Renata Perongini: I ragazzi di Casa Surace e gli esterni, come me, lavorano da 8 anni su questo progetto, le due cose sono andate di pari passo. Casa Surace non è nata come progetto definito, è nata su tentativi e dalla voglia di fare qualcosa. Realizzata, però, da persone ( i 4 fondatori) che hanno competenze artistiche e specifiche il cui lavoro era già proiettato in tal senso: Simone lavorava in teatro, Andrea era già un attore, Daniele no, era un ingegnere civile ma appassionato di arte e musica, era un batterista, Alessio lavorava all’università ma scriveva.
Simone Petrella: Il sogno si è modellato in Casa Surace. Avevamo tutti un’ambizione creativa. Alcuni ci avevano già rinunciato, io no già lavoravo nel cinema e nel teatro. Quando ci siamo incontrati è stata l’amicizia che ha fatto incrociare i nostri sogni e ha permesso la realizzazione di Casa Surace. Eravamo molto amici e il condividere le nostre passioni artistiche ha portato per esempio Daniele, che era un creativo, a mollare il lavoro d’ingegnere e tanti altri a scoprire sogni che non sapevano neanche di avere: Nonna Rosetta che aveva 84 anni e pensava di aver fatto tutto nella vita. Alla sua età, invece, ha scoperto di poter vivere un sogno: per 6 anni con i ragazzi Surace, è andata in giro per girare video, è diventata famosa, ha potuto incontrare persone che vedeva solo in televisione.
Casa Surace: Sagra Surace Ogni sagra è Paese
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