Massacro di Ponticelli, l’Antimafia: “Furono condannati innocenti”
Massacro di Ponticelli, dopo 40 anni dall'uccisione di due bambine l'antimafia interviene: "Furono accusate persone innocenti"
Napoli. Sono trascorsi 40 anni dal massacro di Ponticelli, era il 1983 quando due bambine, Barbara Sellini e Nunzia Munizzi di 7 e 10 anni furono uccise nella periferia di Napoli. In quell’occasione, dopo delle indagini, furono accusati tre operai incensurati: Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante.
Come riportato anche da Vesuviolive.it i tre uomini scontarono una pena di 27 anni, ad oggi sessantenni sono liberi. La deputata M5s Stefania Ascari si è espressa sul massacro di Ponticelli: “Il massacro rischia di essere una storia di sole vittime, le due bambine e i tre ragazzi, ritengo che si tratti di un grave errore giudiziario“.
la Commissione Antimafia in una dichiarazione in merito al massacro di Ponticelli ha rilasciato: “I tre condannati hanno dichiarato di aver subito percosse da soggetti in borghese. Quel che emerge è che soggetti fortemente indiziati di questo delitto siano stati completamente ignorati ovvero arrestati e poi rilasciati senza che la loro posizione si stata realmente vagliata; mentre per i tre condannati sembra essere stato creato un sistema di forze interagenti, finalizzato a forzare le prove per farle convergere a loro carico“.
L’avvocato Alfonso Furgiuele che prese in carico le parti civili al processo del massacro di Ponticelli ha dichiarato all’Ansa.it: “La cultura camorrista, soprattutto quella degli anni ’80 stigmatizzava fortemente le violenze sui minori. Non solo. Le puniva. Chi si era reso protagonista di quella tipologia di crimine, anche in carcere doveva essere protetto dalla punizione dei camorristi”. “Trovo possibile, ma altamente improbabile che la Giustizia si sia sbagliata per ben sei volte. Ricordo, a tutti, che ci sono stati tre gradi di giudizio e tre revisioni che sono giunti tutti alla stessa conclusione”. “Ovviamente se ci fossero prove vere circa un coinvolgimento della camorra in questa triste vicenda sarei il primo ad attivarsi anche per la quarta revisione. Ma ritengo altamente inverosimile che ci possa essere la mano della criminalità organizzata, tenendo conto soprattutto di quanto la camorra di allora stigmatizzasse le violenze sugli indifesi, ancora più se a sfondo sessuale“.
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