Il calcio nel suo Ventre: “Arshavin, una supernova incompiuta”
Il calcio ha il potere di renderti un dio, anche solo per poco. Andrey Arshavin ne è l’esempio piú lampante dell’ultimo ventennio calcistico europeo.
Andrey Arshavin Il fantasista di San Pietroburgo classe 1981, è leggenda in patria Russa. Così come fu “Lo Zar” Aleksandr Mostovoj, il geniale regista sovietico che in Spagna al Celta Vigo insegnò calcio.
Arshavin muove i suoi primi passi calcistici allo Zenit San Pietroburgo, squadra della sua città Natale. Dai pulcini fino in prima squadra, iniziando precisamente nel 1999; allo Zenit resterà fino al 2008. Il ragazzo promette bene tanto da vincere, nel 2006, il premio come miglior giocatore russo della stagione. Gioca da trequartista o ala, corre aiuta la squadra, spesso con giocate da genio puro.
Nella stagione del miracolo in Coppa UEFA dello Zenit 2007/08, allora allenato da Dick Advocaat il protagonista è Arshavin. 44 presenze stagionali condite da un: 12, 17; usando il gergo cestistico. Entrando nei dettagli, 6 gol e 9 assist in campionato, mentre in Coppa UEFA le reti ad arricchire i 5 assist sono 4.
La squadra di San Pietroburgo, infatti, compie un cammino che sa di trionfo. I russi battono il Villareal ai sedicesimi di finale grazie alla regola dei gol in trasferta, in un complessivo 2-2 tra le due avversarie. Agli ottavi di finale, spunta il Marsiglia; che con il 2-0 al ritorno esce sconfitta a causa di un altro gol fuori casa nella partita di andata, in quel 3-1 all’Orange Velodrome sarà proprio Arshavin a segnare per lo Zenit.
Ai quarti c’è il Bayer Leverkusen di Micheal Skibbe, che quell’anno finirà al settimo posto in BundesLiga; in quella squadra muoverà i primi passi anche un giovane Arturo Vidal. La squadra russa è piú forte è sbriga la pratica con un complessivo 4-2, Andrey Arshavin ancora a segno. In semifinale lo Zenit compie l’impresabile, dopo un ottimo 1-1 in casa dei bavaresi con augol di Lucio accade l’impensabile.
Al Petrovsky Stadium il Bayern Monaco esce sconfitto con un pesantissimo 4-0. La finale con i Rangers, che per arrivare li hanno superato la Fiorentina di Cesare Prandelli, si chiude con la vittoria dello Zenit per 2-0, con assist in finale del fantasista russo.
Il Trasferimento all’Arsenal è la grande possibilità di diventare un campione, per Andrey Arshavin. Sono 145 presenze con la maglia dei Gunners, con 31 gol e 46 assist; ed una marea di rimpianti. Uno dei piú grandi “What-if” nella storia del calcio dello scorso decennio. La notte piú brillante per il fantasista di San Pietroburgo, risale al 21 aprile 2009; quando con un poker ad Anfield pareggia in un 4-4 complessivo contro il Liverpool di Rafa Benitez.
Arshavin resterà difatto fino al 2013 ai Gunners, dove concluderà il suo percorso in Premier; i suoi ultimi anni in Inghilterra saranno segnati da incostanza e alcuni problemi fisici. La realtà è che Andrey non è mai stato predisposto al sacrificio, ed al lavoro di squadra; ció non gli ha permesso di migliorarsi.
Andrey Arshavin, una brillante stella che sul rettangolo verde; si è spenta troppo presto.
Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva.
Fonte foto: goal.com
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