Commerciante assassinato, il fratello: “siamo abbandonati”
Il fratello del commerciante ucciso nella sua pescheria: “Siamo abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. C’è un’omertà in tutto il paese”
Il fratello del commerciante assassinato la notte del 23 dicembre nella sua pescheria a Boscotrecase è intervenuto nella trasmissione di Rai 2 I Fatti Vostri, come riportato dalla testata Lo Strillone.
Giovanni Morione, fratello della vittima, e la moglie Giorgia si sono presentati insieme all’avvocato Antonio Iorio, dopo un mese e mezzo di indagini.
Gli assassini di Antonio Morione -ucciso nella sua pescheria “Il Delfino” l’antivigilia di Natale del 23 dicembre – non sono ancora stati catturati.
La cognata della vittima ha affermato:
“Ancora oggi, quando mi reco la notte ad aprire, mi vengono in mente tre sagome nere che non riesco a dimenticare. Ero a telefono con una cliente e uno dei rapinatori è venuto da me per chiedere l’incasso.
A uno di loro non è bastato e ha continuato a rovistare, malgrado ci fossero tante persone a terra. Io ero la sola all’in piedi a fronteggiare tre diavoli. Hanno usato una violenza indescrivibile.”
Giovanni Morione ha aggiunto:
“Dopo poco hanno frugato anche a me nella tasche e prendendomi anche a schiaffi. Quando poi ho provato a reagire con una mazza, uno di loro mi ha sparato. Sono vivo solo perché sono scivolato. E’ stato un miracolo.
Giorgia ha poi lamentato un’assenza delle Istituzioni, dicendo:
“Gli investigatori ci hanno detto che le indagini continuano. Pur avendo le immagini nostre e di mio cognato, loro erano ben coperti ed è molto difficile individuarli.
Io non ho un’idea, ho un pensiero. Credo sempre che quando accadano queste cose possono essere persone che ci possono conoscere. Già l’anno precedente avevamo subito una rapina, mi aspettavo più controlli in giornate particolari.
Si sa che verso le 9 tutti si recano nelle pescherie per il cenone di Natale. Non c’erano controlli e nemmeno una pattuglia. Ogni giorno apro alle 5 del mattino e sono sola. Ho tanta voglia di vivere, ma non vivo più bene.”
Giovanni si è poi unito alla denuncia:
“Ancora oggi siamo abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni. In tutto questo c’è un’omertà in tutto il paese. Quanto successo è molto grave. Chi sa qualcosa chiami i carabinieri perché c’è bisogno di giustizia. Non si può morire per lavoro.”
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