Inps Pensione Anticipata 63 anni: ecco come e da quando sarà possibile ottenerla
I tecnici del governo per il “dopo Quota 100” ipotizzano di rendere possibile una pensione anticipata Inps a 63 anni. Ecco come e da quando
Inps Pensione anticipata 63 anni: non è più un’utopia. Dal 2022 non sarà più possibile richiedere il pensionamento anticipato con la Quota 100, che non sarà più valida. Il Governo sta, in questo momento, formulando diverse ipotesi per un nuovo tipo di pensionamento “precoce”. Due di queste ipotesi considerano la possibilità di una pensione anticipata a 63 anni. Scopriamo quali.
Come spiega Il Sole 24 ore, il primo dei due canali di uscita è la proroga dell’Ape Sociale. Questo è uno strumento già valido e che resterebbe fino al 2026. Tale strumento prevede la possibilità di richiedere il pensionamento a 63 anni per i lavoratori afferenti alle categorie gravose. Ma anche per i disoccupati, per i soggetti con un’invalidità superiore al 74% e per i caregiver. Si valuta anche la possibilità di aggiungere altre trenta mansioni alla categoria (qui la lista attuale).
Assegno sociale e requisito di vecchiaia
L’altra ipotesi, proposta proprio dal presidente Inps, Pasquale Tridico, prevede l’opportunità di richiedere la pensione anticipata a tutti coloro che abbiamo 63 anni (o 64) e almeno 20 anni di contributi. L’assegno erogato, però, sarebbe parziale e riguarderebbe solo la fetta contributiva della pensione. Con il raggiungimento del requisito di vecchiaia (che fino al 31 dicembre 2022 è di 67 anni) si otterrebbe la quota intera.
Inoltre, per l’accesso a questo secondo canale di uscita, c’è la necessità che la quota contributiva di pensione di importo sia pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. L’Inps propone, altresì, che questa soluzione, per i 4 anni che separano il lavoratore dal raggiungimento del requisito di vecchiaia, possa essere parzialmente cumulabile con redditi da lavoro dipendente e autonomo, e si potrebbero prevedere meccanismi di staffetta generazionale legati anche al part time. Non si prevede, invece, compatibilità con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, Ape sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.
Attualmente, queste sono solo proposte e non sappiamo se e quando verranno accettate e trasformate in leggi. Si attendono ulteriori aggiornamenti.
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