Querido Fidel: una favola socialista tutta napoletana
Querido Fidel è una favola socialista, una commedia agrodolce ambientata nel periodo che mette insieme il Napoli di Maradona e la fine della Guerra Fredda
Una favola socialista che sboccia e vive alle pendici del Vesuvio. Ha quest’anima il film Querido Fidel, opera prima della regista Viviana Calò, nata a Pompei, presentato ieri in anteprima mondiale per ItaliaFilmFest, sezione competitiva del Bifest 2021 (il Bari International Film Festival). Un’idea in realtà semplice, come racconta la regista ad Ansa: un ironico conflitto generazionale, che a tratti sfocia nel grottesco, reso speciale dal contesto storico (il 1991, anno della dissoluzione dell’Unione Sovietica e tramonto del sogno comunista) e cultural-territoriale (la Napoli di Maradona) in cui si svolge la vicenda.
“Che succederebbe – suggerisce Calò – se un uomo decidesse di vivere il proprio quotidiano seguendo esclusivamente i propri ideali? Il protagonista della mia storia altro non è che un sognatore, un ‘picchiatello’, che vive l’eterno conflitto tra la propria ideologia e la realtà con cui è costretto a confrontarsi tutti i giorni. Questo contrasto si amplifica maggiormente nelle differenze tra generazioni: quella di chi è cresciuto a ‘pane e rivoluzione’ e quella di chi, i più giovani, sono invece cresciuti nel mito del consumo e del capitalismo”.
“Al centro del conflitto – continua la regista – un’altra grande protagonista: Napoli. Una città atipica che, nonostante anch’essa sia soggetta alle sue regole, vive ai margini della società contemporanea, custodendo all’ombra dei suoi vicoli una sorta di bolla di autonomia e creatività che lascia spazio e tempo per le differenze, le stranezze e le storture. Una città per i sognatori e per i rivoluzionari”. Querido Fidel è prodotto da Teleaut Produzioni, Audioimage ed Eskimo, in collaborazione con la colombiana Malintzin 14. A sostenere il progetto sono il Ministero della Cultura, la Regione Campania e la Regione Lazio.
Querido Fidel: la trama
Il protagonista di Querido Fidel è Emidio Tagliavini (interpretato da Gianfelice Imparato) un socialista tanto appassionato da aver trasformato casa sua in una roccaforte del ‘Socialismo Reale’. Scrive costantemente a Fidel Castro, inviandogli regolari rapporti sul suo esperimento e – cosa bizzarra – riceve sempre una puntuale risposta. In famiglia, la moglie Elena e la nipotina Celia appoggiano con amore la sua battaglia. Ma il figlio Ernesto (chiamato così, tra l’altro, in onore del ‘Che’ Guevara) è la dolorosa spina nel fianco, essendo un fervido devoto del sogno americano. Storicamente sono gli albori di una nuova era. Ma non in casa Tagliavini dove – mentre il mondo festeggia la fine della Guerra Fredda – imperversa la battaglia. O meglio: la revolución.
Calò: “Temi forti in una commedia agrodolce”
Nonostante il racconto leggero, i temi trattati da Querido Fidel sono forti, impattanti e, al contrario di quanto si possa pensare, molto attuali. “Una commedia agrodolce – spiega ancora Calò – contemporanea e vintage al tempo stesso. Una sorta di Goodbye Lenin destinato a quel pubblico che, pur seguendo quel che avviene nel mondo ha, voglia quando possibile di sorriderci un po’ su”.
Il film è distribuito internazionalmente da Fandango Sales e aspira ad essere in sala nel corso del prossimo novembre. A tal proposito, i produttori hanno le idee chiare: “Magari in coincidenza con il quinto anniversario della morte di Castro (il 25 novembre, ndr), con il suo carico di celebrazioni e riflessioni che imporrà a tutto quel popolo della sinistra, e non solo, comunque la pensi sulla singolarissima storia di quel paese contraddittorio e meraviglioso che è Cuba”.
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